Intervista alla dott.sa Maria Linetti, Segretario della Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina

Il rapido e continuo sviluppo della medicina e, in generale, delle conoscenze biomediche, nonché l’accrescersi continuo delle innovazioni sia tecnologiche che organizzative, rendono sempre più difficile per il singolo operatore della sanità mantenersi aggiornato e competente. Per questo motivo, in tutti i Paesi del mondo, sono nati i programmi Ecm (Educazione Continua in Medicina). L’Italia ha ottenuto significativi apprezzamenti internazionali per come ha congeniato, rimodellato ed implementato il suo sistema per l’ECM. Maria Linetti, Segretario e Responsabile del Supporto Amministrativo Gestionale della Commissione Nazionale per la Formazione Continua è stata chiamata a governare il sistema sin dal suo esordio. Di seguito l’intervista che ci ha rilasciato a Cernobbio durante la seconda Conferenza Nazionale.
A Suo giudizio il sistema per l’Educazione Continua in medicina ha migliorato la performance dei professionisti della sanità?
Questa valutazione rientra nel sistema di offerta della prestazione sanitaria. Il giudizio lo dovrebbe esprimere il cittadino se, rispetto a 10 anni fa, gli operatori sanitari riescono ad offrire prestazioni sanitarie migliori rispetto alle precedenti. Io posso registrare una cosa che non è banale: ben 12 milioni di professionisti si sono aggiornati, quindi ritengo che questo sia un dato assolutamente positivo per il sistema della cultura e della salute.
Quali azioni saranno necessarie per ottenere un’offerta formativa continua uniforme  su tutto il territorio nazionale?
Beh, qui lo sforzo è ambivalente: della Commissione Nazionale, delle Regioni, degli Ordini, cioè dei soggetti portanti il sistema della governance della Commissione Nazionale. Noi faremo sempre la breccia, come abbiamo sempre fatto su tutto il sistema in modo tale da stimolare la partecipazione di tutti.
Il federalismo sarà un’opportunità o un ostacolo all’ECM?
L’ECM è già sotto una legislazione federalista. Sin dalla modifica del Titolo V della Costituzione, l’ECM è stato contemplato negli accordi stato-regione. Io non propendo mai per le divisioni, sono sempre per l’unità, ma non sta a me decidere. Io spero che il cittadino possa usufruire di una buona prestazione sanitaria prescindendo da dove chiede assistenza.
Perché costa così tanto la sanità alle Regioni?
La sanità dipende dal profilo della valutazione del costo. Quanto vale stare bene? Quanto vale la salute? E quindi quanto siamo disposti a spendere per stare bene? Io girerei la domanda e mi chiederei, anche in famiglia, se siamo in condizioni di dover distribuire le nostre risorse, quali sono quelle più importanti? Quelle per la salute. Da ciò si può valutare se la spesa è eccessiva, se è bassa, se è sufficiente e soprattutto se ci dà salute.
Le Regioni dispongono ed utilizzano per l’ECM la quota economica dell’1% del monte salario dei professionisti della sanità?
Alcune lo fanno sicuramente, altre addirittura lo utilizzano per altri aspetti. Oggi, con queste restrizioni economiche, con questi giri di vite, io dubito che ci siano percorribilità diverse. E’ un peccato perché in un sistema fragile e  compromesso la formazione dovrebbe essere uno dei cardini sia per garantire qualità che per la ripresa economica.
L’ospedalità privata favorisce crescita professionale dei suoi dipendenti?
Lo abbiamo registrato. L’offerta formativa viene anche e soprattutto dall’ospedalità privata.
Che vantaggio ha un provider che rispetta le regole e mantiene i requisiti normativi richiesti dalla recente legislazione sull’accreditamento rispetto ad un organizzatore di eventi?
Intanto ha una configurazione giuridica corretta nel sistema ECM perché è produttore di formazione, la qualifica e la accredita direttamente, quindi, ha maggiore autonomia. E’ come se Lei mi chiedesse che differenza c’è tra una scuola che per mestiere fa formazione e dei soggetti che lo fanno in modo occasionale. Io da mamma, da ex studentessa, da cittadino preferire avere delle vere scuole e non iniziative singole.
Sono necessarie  delle sanzioni per i professionisti che non si aggiornano?
Io non parlerei di sanzioni quanto piuttosto di incentivi. Devo dire che i professionisti hanno dimostrato che anche senza incentivi o sanzioni l’aggiornamento viene fatto. Certo è che questo aggiornamento deve essere più appropriato, deve essere di migliore qualità, deve essere più fruibile, ora ci sono tutte le tipologie formative quindi c’è più flessibilità anche nell’acquisire formazione. Certamente è utile il momento in cui la Commissione, insieme alle parti sociali, definisce anche gli incentivi per fare questo aggiornamento.
In Calabria, o in altre regioni del sud alle prese con i piani di rientro e le riorganizzazioni  anche dei sistemi locali per la formazione ci può essere un futuro per l’ECM?
Certo, perché la stessa Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari Regionali (Age.na.s) che segue tra l’altro i piani di rientro per il governo, si è resa disponibile a sostenere tutta la parte informatica e amministrativo-gestionale dell’accreditamento regionale a costo zero. Quindi costo zero significa che se ci sono delle spese la Regione deve attingere dal contributo alle spese che deve chiedere ai Provider. Per cui la Regione non avrebbe in questo caso uno svantaggio perché avrebbe la formazione in casa, avrebbe un sistema omogeneo perché è quello nazionale, avrebbe un’entrata e non avrebbe uscite.

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