Studio australiano scagiona i telefoni cellulari: non provocano il tumore al cervello

Studio australiano scagiona i telefoni cellulari: non provocano il tumore al cervello

Una ricerca condotta dall’Australian Radiation and Nuclear Safety Agency (Arpansa), pubblicata su BMJ Open, esclude ogni legame tra l’utilizzo e la rapida diffusione dei telefoni cellulari e l’incidenza dei tumori al cervello.

I risultati ottenuti escludono di fatto un legame tra la telefonia mobile e l’insorgere di tumori cerebrali. I dati giungono dall’analisi di 16.825 casi riguardanti diversi tipi di forme tumorali al cervello tra il 1982 e il 2013, comparati alla crescita di abbonamenti di telefonia mobile avvenuta in Australia nello stesso periodo.

Studio australiano scagiona i telefoni cellulari: non provocano il tumore al cervello
Studio australiano scagiona i telefoni cellulari: non provocano il tumore al cervello

In particolare, non vi è stato alcun aumento di gliomi del lobo temporale, che è la posizione più esposta durante l’utilizzo del cellulare.

La crescita esponenziale dell’utilizzo di smartphone e l’estensione, in molti Paesi, delle reti di quinta generazione (5G), secondo gli studiosi australiani non desterebbe quindi preoccupazione.

“I tassi di tumori cerebrali sono rimasti piuttosto stabili nei decenni e non sono aumentati tipi specifici di tumori cerebrali”, spiega l’autore principale della ricerca, esperto di radiologia Arpansa, Ken Karipidis.

“Non vi sono stati aumenti in alcun tipo di tumore, inclusi il glioma e il glioblastoma, durante il periodo di sostanziale uso dei cellulari dal 2003 al 2013”. Non vi è stato aumento di gliomi del lobo temporale, che è la posizione più esposta, durante il periodo di uso sostanziale di telefoni mobili.

I ricercatori, tuttavia, forniscono alcuni consigli per chi volesse ridurre l’esposizione alle radiazioni. A partire dall’utilizzo del vivavoce a all’invio di messaggi, per arrivare alla riduzione della durata delle telefonate. Nonostante i risultati diano maggiore tranquillità, gli autori dello studio stilano una lista di suggerimenti per chi è ancora preoccupato e vuole ridurre l’esposizione alle radiazioni degli smartphone, tra i quali compare l’utilizzo del vivavoce e l’invio di messaggi al posto delle chiamate, oltre all’invito a limitare la durata delle telefonate, da effettuare possibilmente in luoghi con buona ricezione.

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