Pronto soccorso in aumento le aggressioni ai medici

Aggressioni ai medici nei Pronto soccorso, in aumento nel 2018

Aumentano le aggressioni ai medici nel 2018 nei Pronto soccorso italiani; nel 2017, in due mesi, in due P.S. su tre si è verificata un’aggressione fisica

Le aggressioni ai medici nei Pronto Soccorso italiani sono in aumento. Lo dice un’indagine della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu), svolta su un campione di 218 P.S. di strutture in Italia, ovvero il 33% di quelli attivi. Il dato interessante è che per il 50% dei casi, le aggressioni ai medici sono aumentate in quei Pronto Soccorso che risultano maggiormente sovraffollati.

Pronto soccorso in aumento le aggressioni ai medici
Pronto soccorso in aumento le aggressioni ai medici

Le strutture sottoposte all’indagine appartengono a tutte le regioni, si tratta di 54 di secondo livello ovvero afferenti a strutture ospedaliere più grandi e complesse, 53 Pronto Soccorso semplici, 111 Dipartimenti Emergenza Accettazione (DEA) di primo livello. “Non si contano aggressioni verbali e intimidazioni” – denuncia la Simeu.

“L’emergenza-urgenza è sola davanti al profondo cambiamento in atto – afferma Francesco Rocco Pugliese, presidente nazionale Simeu – un cambiamento epocale che richiede una profonda trasformazione organizzativa, per far fronte al mutare delle richieste di salute dei pazienti, sempre più anziani e pluripatologici, e alle trasformazioni in atto nel sistema sanitario. L’aggravarsi delle violenze contro il nostro personale sanitario è certamente anche frutto di un disallineamento fra la realtà quotidiana e la direzione strategica delle politiche sanitarie nazionali”.

Il sovraffollamento dei Pronto Soccorso sarebbe quindi la “principale causa di difficoltà fra medici e pazienti, è un problema non solo stagionale ma endemico dei nostri Pronto soccorso. Tuttavia resta senza soluzione”.

“I Pronto soccorso non hanno personale a sufficienza e la nostra competenza specifica è una risorsa che non sempre viene sfruttata a pieno nell’organizzazione sanitaria” – è la denuncia del presidente Simeu.

Intanto per scongiurare le aggressioni, in Veneto, medici, infermieri e personale sanitario dell’Ulss4 ‘Veneto Orientale’, partecipano al progetto sperimentale che li vedono dotati di fischietto.

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