Calvizie e brizzolatura possono essere un alert del rischio cuore

Calvizie e brizzolatura possono essere un alert del rischio cuore

Uno studio indiano rivela che calvizie e brizzolatura precoci, possono essere associate a problematiche cardiache in particolare il rischio di infarto crescerebbe di 5 volte

Uno studio presentato alla 69ma Conferenza Annuale of the Cardiological Society of India (CSI) a Kolkata e realizzato dal Mehta Institute of Cardiology and Research Centre di Ahmedabad, con autore principale Dhammdeep Humane, rivela un’associazione fra calvizie e brizzolatura precoce e il rischio infarto per gli uomini.

Calvizie e brizzolatura possono essere un alert del rischio cuore
Calvizie e brizzolatura possono essere un alert del rischio cuore

La perdita dei capelli e la chioma grigia già da giovani fra gli uomini, potrebbero quindi indicare un maggior rischio per il cuore.

Lo studio evidenzia come negli uomini con età al di sotto dei 40 anni, la calvizie precoce e i capelli che diventano presto brizzolati sono risultati associati a aumento di ben 5 volte del rischio di infarto.

In questo studio sono stati coinvolti 790 uomini sotto i 40 anni e reduci da infarto, confrontati con 1.270 persone sane, di stessi sesso ed età. I risultati ottenuti dimostrano che calvizie e brizzolatura precoci sarebbero un campanello d’allarme per il cuore dell’uomo.

Ne consegue che le persone di sesso maschile che presentano una perdita di capelli precoce e una chioma ingrigita dovrebbero sottoporsi a controlli periodici più assidui, specie inerenti l’aspetto cardiovascolare.

I risultati suggeriscono che calvizie e brizzolatura precoci siano un campanello d’allarme per il cuore maschile il che indurrebbe questi individui a una maggiore attenzione rispetto la salute cardiovascolare e dunque, seguendo un corretto stile di vita da adottare per evitare il rischio cuore.

La ricerca evidenzia che calvizie e incanutimento precoce della chioma possano scaturire da un’azione eccessiva degli ormoni maschili (androgeni), che in altri studi sono stati associati proprio a rischio cardiovascolare in alcune ricerche.

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