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Boom trapianti di organi in Italia, liste di attesa calano per il rene

Nel 2018 i dati che riguardano i trapianti di organi consolidano il trend dell’anno precedente, il modello italiano diventa un punto di riferimento per gli altri paesi

Il modello italiano per i trapianti di organi è un sistema di eccellenza che viene copiato anche da altri paesi. Diminuiscono le liste di attesa per il rene ed il 2018 conferma i dati record del 2017, con oltre 30 donatori per ogni mille abitanti.

Dati diffusi ieri, che attestano il numero dei donatori superare quota 30 e raggiungere quasi 40 donatori per milione di abitanti. A giudicare i numeri, negli ultimi 15 anni appare chiaro che la Rete Trapianti ha avuto una forte crescita, dovuta senza dubbio a una componente capace di innovarne i programmi.

Boom trapianti di organi in Italia, liste di attesa calano per il rene
Boom trapianti di organi in Italia, liste di attesa calano per il rene

Fra i programmi innovatori del 2018, si segnala quello per le catene di trapianti di rene tra coppie incompatibili innescata da donatore deceduto. Tale innovazione è la prima al mondo di questo genere e per tale motivo è copiata da altri paesi.

Un altro programma molto importante che ha consolidato i numeri e le attività del sistema italiano è quello dei trapianti da donatori a riceventi Hiv positivi.

Tutte le attività, i dati ed i risultati degli studi sull’effetto dell’attività fisica sui trapiantati in Italia sono registrati in un database unico al mondo.

Se nel 2017 i donatori di organi sono stati 1714, per il 2018 si prevede una lieve diminuzione, ovvero 1672. Un pò meno dunque, ma sempre molti di più rispetto al 2016 quando i donatori sono stati 1480. Si stima che il numero totale di trapianti da donatore cadavere saranno 3419, così suddivisi: 1842 reni; 1212 fegato; 227 cuore; 140 polmone.

Infine, liste di attesa per il trapianto di organi contano 8765 pazienti, sono stabili per tutti gli organi tranne che per il rene, ove si registra un calo. Per quanto riguarda la diffusione sul territorio, al sud si registrano meno donatori e le opposizioni, che sono stabili intorno al 30%, sono maggiori.

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