Sclerosi multipla, ricercatori di tutto il mondo in rete per vincere malattia

L’approccio è quello della condivisione delle esperienze e dei dati scientifici per formare un’Alleanza Internazionale per le forme progressive di malattia e indici di valutazione dell’efficacia

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L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla insieme alla sua Fondazione (FISM), in occasione della giornata mondiale sulla malattia, ha messo in campo il progetto di messa in rete dei dati scientifici sulla ricerca. E sono stati più di 250 ricercatori nazionali e internazionali riuniti per tre giorni a parlare di sclerosi multipla, malattia che colpisce solo in Italia 110 mila persone. FISM ( Fondazione dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla ) ha investito in ricerca in soli tre anni, cioè dal 2014 al 2015, più di 20 milioni di euro e in oltre 25 anni, più di 56 milioni di euro. Fondi raccolti anche grazie al 5 per mille. “Tutte le persone con SM hanno diritto a una ricerca scientifica rigorosa, innovativa e di eccellenza, orientata a scoprire le cause, comprendere i meccanismi di progressione e le potenzialità di riparazione del danno, individuare e valutare i possibili trattamenti specifici, con ricadute concrete per una vita di qualità” ha detto il Presidente FISM Mario Alberto Battaglia. Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sullo sviluppo di nuove terapie per le forme progressive della malattia che ad oggi, non hanno trattamenti. I primi risultati per questo tipo di ricerca sulle forme progressive si stanno vedendo con il contributo della Progressive Multiple Sclerosis Alliance (PMSA), nata nel 2012 dalla spinta di AISM e delle Associazioni SM di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e della Federazione Internazionale Sclerosi Multipla (MSIF), lavora da quasi tre anni al finanziamento di progetti innovativi per le forme progressive.

“Stiamo ottenendo una fotografia sempre più efficace della situazione reale delle diverse forme progressive, una fotografia che consentirà di testare i potenziali farmaci in un tempo minore e con risultati sempre più accurati” ha spiegato Marco Salvetti della Sapienza di Roma, il che significa che una nuova speranza è possibile coltivarla, con l’aiuto ed il sostegno della ricerca.

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