La Sanità calabrese secondo il dott. Bruno Amantea

Una disamina a 360 gradi della sanità calabrese attraverso la testimonianza di un esperto del settore: il Dott. Bruno Amantea, direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Dott. Amantea, alla luce della sua esperienza ormai trentennale, cosa serve per far funzionare al meglio la sanità calabrese?
“Servono risorse economiche, tecnologiche, strutturali, organizzative e professionali. Di queste, però,  sono assolutamente fondamentali i modelli organizzativi che devono far funzionare la risorsa principale: quella professionale. Senza questa risorsa le altre non servono. Spesso, invece, sentiamo parlare esclusivamente di risorse economiche. Personalmente ritengo che i denari destinati alla sanità siano tutto sommato sufficienti a patto che vengano bene utilizzati dalle risorse apicali. Se ci sono sprechi, se servono in gran parte per pagare il personale amministrativo, è chiaro che risultano insufficienti per una buona sanità. Questo settore, a mio giudizio, si migliora acquisendo le migliori professionalità di vertice e formando al meglio quelle esistenti, ciò determinerebbe un effetto a cascata che avrebbe benefici su tutto il sistema sanitario”.
Perché in Calabria continua il fenomeno dei “viaggi della speranza”?

“E’ un fenomeno presente in tutta Italia, sia chiaro. In Calabria, però, è grave che si vada in altre regioni anche per problemi di salute relativamente banali che potrebbero essere facilmente risolti nelle strutture regionali. Purtroppo c’è mancanza di fiducia e questo è un grande problema della sanità calabrese che dovrebbe investire maggiormente nella promozione di quelle eccellenze che pure esistono e lavorano in silenzio. Ci sono Unità Sanitarie di alto livello che, purtroppo, ricadono nel magma generale negativo che fa “di tutta l’erba, un sol fascio” .Un lavoro di comunicazione efficace darebbe giusto merito a queste realtà nascoste, innescherebbe dei meccanismi di competizione e fornirebbe un importante servizio d’informazione ai cittadini”.
Ma allora qual è il “male oscuro” della sanità regionale?
“La mancanza di meritocrazia, la possibilità di diventare una figura di vertice esclusivamente per meriti professionali e non per compiacenze politiche. Non ci sono giri di parole: la politica deve uscire dalla sanità che ha compromesso anche dal punto di vista economico-finanziario”.
Quale ritiene debba essere l’anello della lunga catena sanitaria sul quale intervenire?
“Ci sono tanti campi dove bisognerebbe mettere mano. Ritengo però che non bisogna pensare che la sanità sia  fatta solo da Ospedali. Pensiamo per esempio al medico di base. Non è pensabile che molti siano solo “prescrittori” di ricette mediche e, dunque, spesso saltati a pie pari dal paziente che si rivolge agli ospedali, agli specialisti oppure al Pronto Soccorso. Certo ci sono medici di base validissimi, ma il loro ruolo è spesso marginale nella cura complessiva del paziente. Il novanta per cento delle indagini specialistiche sono inutili, basterebbe una visita corretta del medico di base. Se vogliamo ridurre le liste d’attesa per esami specialistici anche questa è una direzione che va percorsa attraverso l’educazione del cittadino e la sensibilizzazione del medico”.
Parliamo del mondo universitario, lei dirige la Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, come giudica questa sua esperienza?
“Esaltante, in questi anni abbiamo formato oltre 100 anestesisti altamente professionalizzati che lavorano un po’ in tutta Italia. Una grande soddisfazione. Posso, inoltre, vantare un fantastico gruppo di lavoro ed una struttura che ha un buon credito internazionale.Sulla formazione universitaria, sono però, piuttosto critico. Credo che oggi ci sarebbe il bisogno di un ciclo di studi più orientato ai bisogni professionali concreti. Medici neolaureati, cioè, con capacità di tornare a capire i problemi del paziente guardandolo in faccia.  Un po’ come facevano i medici di un tempo ma, naturalmente, con un bagaglio di conoscenze che oggi è superiore”.

Leave a comment

* Questa casella GDPR è richiesta

*

Accetto

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.