Intervista al Dott. Graziano Santoro

E’ purtroppo vero che certa informazione non rende giustizia dell’importanza di una professione.
Addirittura riesce ad offrire all’opinione pubblica un’immagine distorta, rappresentandola unicamente come un monopolio, una casta, arroccata nella strenue difesa di privilegi corporativi.
Parliamo dei farmacisti, professionisti sempre “nell’occhio del ciclone” specie quando il Paese viene investito dai ciclici venti della liberalizzazione.
“Purtroppo è cosi – spiega il dott. Graziano Santoro, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Cosenza -. La modernizzazione dell’Italia sembra possa unicamente realizzarsi colpendo questa categoria
professionale che da oltre cento anni è  presente nel nostro immaginario e soprattutto nelle nostre città, dalle più  piccole alle più grandi. In alcuni piccoli paesi la farmacia è l’unico presidio sanitario che esiste.
Mi chiedo se fosse totalmente liberalizzato questo servizio, cosa succederebbe in questi centri? Quale farmacista avrebbe interesse a mantenere una attività con utenze molto basse. Avremo un affollamento in alcune zone ed il deserto in altre”.
Quindi lei sostiene che l’attuale organizzazione e dislocamento delle farmacie ha i suoi lati positivi?
“Certamente, ed è sotto gli occhi di tutti, del resto c’è una legge dello Stato che disciplina il numero delle farmacie in base agli abitanti. Si possono fare dei correttivi, si può e si deve in alcuni casi intervenire, ma è altra cosa rispetto ad una idea di completa, indisciplinata, liberalizzazione”.
Come si era fatto con le Parafarmacie?
“Già, che si stanno rivelando un grande flop. Molte chiuderanno poiché  è impossibile sostenerne i costi. Inoltre non hanno favorito, come si pensava in un primo momento la diffusione dei farmaci da banco”.
Spesso si dice che la mancata liberalizzazione determini grossi problemi occupazionali, cosa ne pensa?
“Se guardiamo i dati statistici sull’occupazione dei farmacisti vediamo che ci sono dei dati negativi solo in tre province: Cosenza, Salerno e  Bari. Tre zone dove sono presenti facoltà universitarie che producono molti più farmacisti di quella che è la domanda del territorio. In provincia di Cosenza abbiamo 1400 iscritti all’ordine per 270 farmacie, è chiaro che se l’unico sbocco è la farmacia non è possibile assorbirne tutti in tempi nei quali i margini di guadagno di questo tipo d’impresa vanno sempre più riducendosi”.
Ed allora cosa consiglia ad un farmacista neo laureato?
Io consiglio di spostarsi anche per periodi limitati, ma  ritengo sia importante conoscere altre realtà. Inoltre , lo ripeto, lo sbocco non deve essere solo la farmacia. Bisogna incrementare, anche perché  se ne sente la necessità, la presenza di questa figura professionale all’interno delle cliniche, degli ospedali nelle aziende del settore farmaceutico”.
Ma cosa significa essere farmacista oggi?
“Oggi un farmacista è un po’ imprenditore, un po’ personaggio istituzionale, un po’ consulente della nostra salute insieme al medico, naturalmente col massimo rispetto dei ruoli, Ë una figura professionale che non invecchia e che anzi è chiamato a essere al passo coi tempi. Per il servizio sanitario svolge un ruolo, socio-sanitario, importantissimo perché  grazie al sistema informatico di cui si sono dotate, a loro spese, le farmacie, lo Stato può tenere sott’occhio, in tempo reale, la spesa in questo settore. Non può sfuggire nemmeno un euro. Mi chiedo quali altri campi possono vantare una tale efficienza di rendicontazione ? Ma il servizio nei confronti del paziente rimane il più alto valore aggiunto dei farmacisti. Tra i benefici della disponibilità dei farmacisti sul territorio rientra anche il fatto di aver intercettato una richiesta di salute che, altrimenti,  in molti casi, si sarebbe rivolta impropriamente ad altri livelli del sistema sanitario. Se si tiene presente che nella quasi totalità si trattava di pazienti per i quali l’automedicazione era sufficiente si può ben dire che è stato evitato un ricorso improprio al sistema sanitario. In altre parole abbiamo fatto risparmiare tanti soldi allo Stato e fornito un servizio di cui ci ringraziano i pazienti. Non mi pare davvero poco”.
Presidente Santoro, parliamo adesso di formazione, che idea se ne è fatto?
“E’ importantissima, assolutamente. Perché  è necessario essere aggiornati al meglio su una  materia tanto delicata. Però la condizione e che deve essere di grande qualità. In futuro dovrà  professionalizzarsi  sempre più ed offrire contenuti di grande livello capaci davvero di accrescere il bagaglio conoscitivo del farmacista”.

Leave a comment

* Questa casella GDPR è richiesta

*

Accetto

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.