Intervista a Sebastiano Andò

Una delle Facoltà più giovani del Campus d’Arcavacata (istituita nell’anno accademico 1992/93), eppure tra quelle maggiormente in salute che, cioè, vantano un costante aumento delle iscrizioni, un’ ottima produzione scientifica, e soprattutto, un buon  tasso “d’internazionalizzazione” grazie all’attivazione di una serie di prestigiose collaborazioni scientifiche. Una consistente presenza di studenti stranieri, tra cui spicca una nutrita colonia cinese, sono la  garanzia di continui scambi nella ricerca e nell’integrazione delle culture. Parliamo della Facoltà di Farmacia, Scienze della Nutrizione e della Salute. Il preside della facoltà è il prof. Sebastiano Andò che naturalmente ci parla della “sua “ creatura con grande entusiasmo. “I risultati – spiega – conseguiti negli ultimi anni in termini di iscrizioni, di collaborazioni internazionali e di ricerca pura, ci incoraggiano a proseguire su questa strada. Oggi la facoltà di Farmacia dell’ UniCal  è tra le più importanti del Mezzogiorno e rappresenta un fiore all’occhiello di un’Università che, comunque, nel suo complesso, brilla nel panorama nazionale”. Con il Prof. Andò il discorso scivola sulla produzione scientifica della Facoltà. “Si tratta di un ampio ventaglio di campi d’applicazione. In estrema sintesi la Facoltà s’impegna nella ricerca di base nei campi clinico-farmacologico e fisiopatologico che è essenziale per ottenere risultati scientifici innovativi, infatti negli ultimi 20 anni i risultati più importanti nell’area farmaco-terapeutica sono stati ottenuti grazie a importanti nozioni, derivate dalla ricerca di base, relative a mediatori biochimici. A questo particolare campo di ricerca la Facoltà ha fornito nuove e interessanti visioni sui meccanismi fisiopatologici delle maggiori patologie. A tal proposito, l’evoluzione di alcune discipline di base, come la biofisica, ha permesso a molte industrie farmaceutiche di focalizzare l’attenzione sulla produzione di nuovi farmaci con l’ausilio di moderne tecniche di ingegneria genetica; ha anche consentito di modificare profondamente la ricerca farmaceutica che solo fino a pochi anni fa si basava sulla sintesi chimica di molecole organiche simili ai mediatori endogeni che necessitavano di costosi  test tossicologici prima di qualsiasi applicazione terapeutica. Queste moderne tecniche molecolari sono oggi strumento per la produzione di: eritropoietina, interleuchina e insulina quali principi attivi di agenti farmaceutici. A tal proposito è fondamentale concentrare l’esperienza farmacologia riferita all’interazione farmaco-recettore, farmaco-enzima, di target bersaglio delle diverse patologie. Risulta punto chiave nella ricerca bio-farmaceutica – continua Andò – la conoscenza di qualsiasi barriera biologica che potrebbe influenzare l’effetto farmacologico di ogni singola molecola. Programmi integrati tra le scienze di base e le branche farmaceutiche e mediche garantiscono una istruzione adeguata capace di rendere la ricerca farmacologica veramente innovativa. L’adozione di programmi di Laurea altamente qualificanti forma studenti in grado di essere riconosciuti, nella vita professionale,  quali membri attivi del sistema sanitario e sociale. Da quando nel 1992 la facoltà fu ufficialmente aperta, ogni membro si è impegnato nell’individuare risorse per assicurare il successo di programmi di ricerca competitivi e moderni con progetti di collaborazione tramite altre Facoltà, Scuole, Istituti e Industrie farmaceutiche specialmente all’interno dell’Unione Europea”. Per il prof. Andò la presenza della Facoltà è fondamentale per migliorare la sanità regionale. “Oggi le condizioni della sanità della Calabria sono quello che sono anche per un deficit formativo che la facoltà colma solo in parte. Se avessimo  ad Arcavacata una facoltà di medicina potremmo dare un contributo a 360 gradi”. Per Andò l’istituzione della facoltà di medicina è un pallino fisso, una battaglia che sta ormai portando avanti da anni. “Siamo già in condizioni di attivare i corsi dei primi tre anni, grazie alle professionalità accademiche presenti oggi;  per i successivi anni c’è bisogno di uno sforzo che darebbe straordinari benefici alla sanità in generale, ma anche alla stessa università. Sono fiducioso che il processo che porterà ad una moderna facoltà di medicina possa trovare una spinta decisiva verso la sua concreta realizzazione. Non si tratta di una sogno, ma di un’ opportunità concreta che va colta con entusiasmo ed anche lungimiranza”

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