Welfare e Sanità a Cosenza secondo Mario Occhiuto
Intervista al candidato a Sindaco della coalizione di centrodestra
a cura della Redazione
E’ il candidato a sindaco di Cosenza della coalizione di centrodestra.
Un professionista di “lungo corso” che tenterà la scalata a Palazzo dei Bruzi confrontandosi in una difficile competizione elettorale. Lo abbiamo intervistato per comprendere “l’Occhiuto pensiero” in rapporto, specialmente, ad argomenti come Welfare e sanità e formazione professionale che interessano più da vicino i temi trattati dal nostro giornale.
Come crede che vada considerato il welfare nella città di Cosenza?
Poiché il welfare si propone di ridurre le disuguaglianze sociali, per garantire a tutti i servizi essenziali ad una buona qualità della vita, è evidente che a Cosenza siamo molto lontani dal raggiungere livelli soddisfacenti. Assistenza sanitaria, pubblica istruzione, sostegno degli anziani, difesa dell’ambiente e un lavoro dignitoso sono diritti irrinunciabili di tutti gli uomini. Le amministrazioni comunali per prime hanno la responsabilità di stare vicino ai cittadini secondo il principio di sussidiarietà della PA.
Come possono essere incentivati gli operatori sanitari per migliorare le proprie performance?
Un ambiente confortevole, attrezzato con strutture adeguate è indispensabile per svolgere i compiti, tanto delicati quanto importanti, degli operatori sanitari. Andrebbe inoltre riorganizzato l’insieme delle strutture amministrative di supporto alla loro attività. I servizi del polo sanitario di Cosenza sono collocati sul territorio in maniera dispersiva, senza collegamento fra quelli afferenti ad aree omogenee di attività, ed in ambienti bisognosi di sostanziali adeguamenti agli standard correnti per quanto riguarda impianti, abbattimento delle barriere architettoniche, norme igienico-sanitarie e di sicurezza. Forme di incentivo per il miglioramento delle prestazioni degli operatori, da studiare caso per caso, andrebbero ricondotte ad un principio generale di meritocrazia.
E’ in corso il dibattito sulla costruzione di un nuovo ospedale nella città, che idea si è fatto in merito?
Al momento, per la sanità, ci troviamo di fronte a difficoltà di tipo economico per cui ogni iniziativa deve essere valutata con la massima attenzione. D’altra parte il presidente Scopelliti ha detto chiaramente che, a breve termine, non ci sono le risorse sufficienti per interventi ex novo. Cosenza comunque ha già diverse strutture che hanno grandi potenzialità. Penso ad esempio all’ospedale dell’Annunziata, al Mariano Santo, all’INRCA, collocati in una posizione centrale ma strategica, dotate di una vocazione di tipo ospedaliera ulteriormente valorizzabile con la realizzazione dello svincolo di Cosenza Sud. Esso andrebbe ristrutturato secondo un disegno complessivo ed organico. I padiglioni storici, risanati ed innovati , dovrebbero ospitare le funzioni amministrative, mentre gli spazi per le attività sanitarie dovrebbero essere riprogettati, anche con interventi di demolizione e ricostruzione, secondo criteri che puntino alla massima efficienza e ad un alto livello di accoglienza per pazienti ed accompagnatori. Inoltre, spostare l’ospedale porterebbe perdita di valore per un’area della città alle porte del centro storico che proprio dalla presenza di una struttura moderna ed efficiente può trarre spinta alla riqualificazione. Molto meglio è iniziare a risanare l’esistente, e non solo nel campo dell’edilizia ospedaliera.
Molti cosentini sono costretti ad affrontare i cosiddetti “Viaggi della speranza”, quale potrebbe essere il contributo dell’amministrazione comunale per limitare questo fenomeno?
Allo stato la caotica organizzazione dei servizi sanitari costringe i cittadini a vagare da un punto all’altro del territorio per ottenere una prestazione che dovrebbe esaurirsi con l’accesso in un unico luogo in grado di contenere le tappe dello stesso percorso diagnostico-terapeutico: prenotazione, esazione ticket, visita, prestazione, refertazione; inoltre, l’inadeguatezza delle strutture esistenti condiziona qualitativamente il servizio reso. Spesso, quindi, anche il servizio di eccellenza, pur presente, risulta difficilmente fruibile. La ricollocazione delle funzioni secondo criteri di accessibilità da parte degli utenti e di migliore vivibilità da parte degli operatori risulta prioritaria rispetto a qualsiasi altro atto programmatorio. Nel campo della sanità non possiamo poi tralasciare un argomento importante come la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie, che hanno una componente importante nelle campagne di sensibilizzazione dei cittadini. La riorganizzazione dei servizi sanitari deve ricomprendere spazi ed attività per questo scopo, diffusi in modo capillare nella città.
Il piano di rientro ridisegna la sanità calabrese secondo criteri improntati al risparmio economico ed alla migliore gestione dei servizi erogati, Lei in merito che idea si è fatto?
Il risparmio economico deve derivare dalla migliore gestione dei servizi erogati; per questo una riorganizzazione complessiva è indispensabile e non più posticipabile. Ma la sanità è il cuore del nostro stato sociale, e certamente gli investimenti in questo campo sono prioritari.
Essendo da diverso tempo il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Cosenza, conosce le necessità di aggiornamento continuo dei professionisti, come ritiene possa essere ulteriormente migliorata questa esigenza?
Credo che il raggiungimento della qualità necessaria ad uno sviluppo sostenibile possa avvenire puntando alla centralità di tutte le professioni intellettuali, non solo la mia. In tal senso sono fondamentali una formazione e un aggiornamento continui di tutte le categorie professionali, perché esse possano assumere un ruolo di guida nel progresso intellettuale ed etico dell’intera comunità oltre che in quello economico e sociale. Perciò le occasioni di incontro e di dibattito andrebbero moltiplicate. Cosenza possiede già vocazione di polo culturale e professionale di servizi: essa va promossa e potenziata.
Lei da professionista ha conosciuto diverse realtà estere, come ritiene sia possibile attivare dei processi di internazionalizzazione anche per la città di Cosenza levandola, in questo modo, dal suo isolamento geografico che limita le potenzialità di sviluppo economico che pure esistono?
Come dicevo, la più grande risorsa della nostra città è la sua vocazione culturale. Cosenza ha grandi potenzialità che sono da ricercare nella sua identità storica e culturale e nella molteplicità di risorse del suo territorio
e dei suoi cittadini. Il modello da applicare a Cosenza è lo stesso che ho proposto come urbanista anche in realtà molto lontane da noi: la valorizzazione delle risorse locali secondo criteri di sostenibilità e vivibilità con una forte attenzione agli aspetti di qualità.
Lei è uno dei candidati alla guida amministrativa della città di Cosenza, come si caratterizza il Suo programma politico?
Il mio è un programma di idee, che ho voluto rendere chiaro con gli “aggettivi” che accompagnano la parola città nei miei manifesti. E’ la città che vorremmo tutti, una città pulita, accogliente, solidale, verde, giovane, creativa, dinamica, ecologica… una città che tutti sogniamo ma che possiamo anche concretamente realizzare, anche se il cammino appare piuttosto impegnativo!
1 comment
Redazione
10:41Quando parla un politico l’interrogativo insanabile è sempre lo stesso:
Come può rassicurare i cittadini pensanti in merito alle solite perplessità? Ossia, come avere la certezza che una volta eletto, l’aspirante demiurgo non dimentichi le promesse campagnole ( nel senso di campagna elettorale)? Oppure, giusto rigirando la frittata, come essere sicuri che l’onesto politico da noi supportato, non cada vittima degli atavici giuochi di partito e di palazzo??