Intervista al Segretario Nazionale Federfarma Alfonso Misasi

Da tempo contro le farmacie è in atto una vera “crociata” liberista. Ne viene sovente sminuita la valenza come presidio insostituibile per la tutela della salute pubblica additandole come uno dei più palesi esempi di quelle vituperate “sacche” di protezionismo che frenano lo sviluppo moderno del Paese. Di questo ed altro abbiamo parlato col dott. Alfonso Misasi, segretario nazionale di Federfarma e referente della Provincia di Cosenza della stessa organizzazione. Guardi, in merito, faccio una considerazione semplice ma che rende bene l’idea. Le farmacie offrono uno standard di servizi al malato che è uguale e spesso d’alta qualità in tutte le parti del paese. Lei, in altre parole, trova competenza, spazi consoni, assortimento di farmaci in egual misura a Canicattì come a Sondrio. Non è cosa da poco. Altrettanto, purtroppo, non si può dire per la sanità dove i “viaggi della speranza” sono ancora una triste realtà. Ma naturalmente non è l’unico vantaggio del sistema così come è organizzato adesso. C’è per esempio il totale controllo del prezzo e del consumo del farmaco. Lei immagina cosa potrebbe accadere se il servizio fosse liberalizzato: avremo cinque o dieci farmacie in una via centrale a distanza di pochi metri l’una dall’altra, e poi magari il deserto per centinaia di chilometri. Chi avrebbe interesse a mantenere aperta una farmacia in un piccolo paese di montagna oppure in un località costiera che vive di turismo un mese l’anno? Con questo non voglio dire che non si può ragionare e discutere, nessuno è blindato e rifiuta ogni idea per migliorare ulteriormente le cose, ma ogni discorso deve partire riconoscendo, senza alcun preconcetto, le positività della organizzazione attuale.
I farmacisti calabresi sono “reduci” da una forte battaglia contro la Regione che aveva disposto la distribuzione diretta esclusiva da parte delle Asl dell’ossigeno terapeutico, dei farmaci in Pht e dei farmaci in dismissione ospedaliera ed ambulatoriale. Una vicenda però che ancora non è totalmente chiusa.
Per adesso la delibera è sospesa. Bisognerà vedere come si comporterà il nuovo Governo regionale. Ma noi abbiamo portato argomentazioni che ritengo valgano ancora. Il farmaco stesso, che sia in prescrizione ospedaliera o in terapia normale, deve essere dispensato attraverso le farmacie distribuite sul territorio, perché il cittadino, in questo modo, ha la garanzia di poter accedere al farmaco ventiquattro ore su ventiquattro. Rompere l’asse farmaco- farmacia- farmacista- paziente è un dannoso errore perché l’ipotesi della distribuzione attraverso le farmacie delle Aziende Sanitarie non persegue neppure il tanto sbandierato obiettivo del risparmio. Un provvedimento che sarebbe stato inutile ed addirittura dannoso per i malati. Si vuole risparmiare? Bene, discutiamo come fare.
Dott. Misasi, parliamo di sanità. Scopelliti, il neo Governatore, ha trattenuto per sè questa delega, ed in passato aveva dichiarato che avrebbe chiesto il Commissariamento. Che idea s’è fatto in merito?
La sanità può e deve essere migliorata. Allora, semplicemente, io dico che ogni provvedimento che va in questa direzione è bene accetto. Poi non so quale possa essere la soluzione migliore. Io vivo esclusivamente un aspetto di questo enorme universo. Vedremo quali decisioni saranno prese e le valuteremo dopo qualche tempo.
Torniamo alla sua Professione. Tanti farmacisti sono disoccupati. Quale è il consiglio che si può dare ad un giovane laureato che trova difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro?
È la disoccupazione che si registra in tutte quelle zone dove c’è una facoltà universitaria. C’è una maggiore offerta di laureati rispetto alle possibilità del sistema di assorbimento. La mobilità è l’unica soluzione concreta ed immediata, poi vanno studiati percorsi e specializzazioni che anche dalle nostre parti offrano possibilità di lavoro nuove.
La formazione è dunque un aspetto importante per il farmacista?
È fondamentale, e lo diventerà sempre di più. Bisogna fare formazione di alto livello qualitativo e, perché no, anche riconsiderare quella “formazione sul campo” che fornisce quel bagaglio di conoscenze insostituibili ad un mestiere che viene svolto a contatto con la gente che, giustamente, vede in te un esperto autorevole capace di fornire, senza mai sostituirsi al medico, una serie di consigli e suggerimenti che possono rivelarsi molto utili.

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