Il paradosso dell’oncologia di Paola, un reparto d’eccellenza formato da medici precari

Sono numerosi i medici precari che ormai da diversi anni lavorano con costanza, impegno e dedizione nelle strutture del SSN permettendone il regolare funzionamento senza sospensione di servizi per la comunità, eppure questi giovani medici sono sempre sottoposti alla temibile scure della scadenza del contratto, alla paura di perdere i mezzi per il sostentamento personale e delle loro famiglie.
Diverse volte in questi anni si è parlato della situazione di questi giovani professionisti, sparsi in tutt’Italia, che meriterebbero dopo tanto tempo di raggiungere l’agognato traguardo dell’assunzione.
Quella del precariato è una tendenza ormai “vetusta” del SSN. Negli ultimi dieci anni si è sempre più utilizzato, in modo incongruo, l’istituto dell’incarico dirigenziale a tempo determinato. Per ovviare ai cronici blocchi di assunzioni con mancato avvicendamento dei medici si è provveduto a bypassare l’ostacolo con l’incarico a tempo determinato. Purtroppo quello che doveva essere un processo temporaneo e straordinario nelle more del normale riavvio delle assunzioni è diventata, invece, una condizione cronica ed inveterata che vede oggi medici specialisti a tempo determinato da oltre 10 anni!
Quello che doveva essere un “abitus” provvisorio è diventato la regola in un SSN che stenta a trovare lo “stato di normalità” e non riesce a divincolarsi da quelle gestioni provvisorie e commissariali volte al risparmio e non alla cura del paziente. Il blocco delle assunzioni, che doveva essere un evento provvisorio e straordinario, è diventato, attraverso vari rinnovi, la “norma” mentre l’avvicendamento e lo svecchiamento dei sanitari non è stato più possibile. Non si vede purtroppo nulla di buono nemmeno all’orizzonte per il prossimo futuro se verrà ulteriormente confermato il prolungamento dell’età pensionabile per i dirigenti medici.
Ci sarà ancora molto da aspettare probabilmente per tornare ad una gestione “normale” del SSN con il regolare processo di turnover e una giusta durata delle assunzioni a tempo determinato. Ci vorrà ancora tempo perché l’assunzione a tempo indeterminato torni ad essere “la norma” e quella a tempo determinato un evento “straordinario”. In questo ambito si inserisce la lettera aperta che solo qualche mese fa è stata inviata ai giornali dei medici precari dell’UO di Oncologia dell’ospedale S. Francesco di Paola (CS).
Questi colleghi oncologi hanno voluto così evidenziare l’assoluta peculiarità del loro reparto che, se pure ritenuto fiore all’occhiello dell’ospedale, è totalmente sostenuto dalla responsabile attività di loro precari. Tutta la pianta organica del reparto (eccetto il primario) è infatti costituita da medici precari. Alcuni di loro hanno, addirittura, già maturato un’anzianità professionale a tempo determinato di 6 anni! Potendo quindi anche partecipare a concorsi per dirigente medico di 2° livello (che non sia questa l’unica opportunità per l’assunzione a tempo indeterminato!!). Più volte questi medici hanno visto progressivamente svanire tante possibilità di assunzione. Diverse volte si è parlato per loro di “processo di stabilizzazione” ma, seppure sia stato bandito un concorso e questi abbiano presentato regolare domanda di partecipazione, mai nulla si è effettivamente concretizzato.
Nel Gennaio del 2010, perdipiù, questi colleghi avevano finalmente espletato il tanto agognato concorso per l’assunzione a tempo indeterminato bandito ben 5 anni fa eppure, oggi, a 9 mesi di distanza nulla si sa del loro futuro! A che punto è la procedura di assunzione dei vincitori di concorso? O addirittura dove è finito il verbale concorsuale visto che ad oggi, addirittura, non è stata ancora pubblicata la graduatoria finale del concorso sul BUR Calabria!
Anche questo, infatti può accadere in un SSN a “gestione straordinaria” che una amministrazione o un governo non riconosca ciò che è stato fatto dal precedente e che una graduatoria scompaia nelle sabbie mobili della burocrazia. Questa è forse la situazione più eclatante tra le tante dei precari ospedalieri italiani. Spetta ora ai nostri politici/amministratori dare a questi come a tanti altri professionisti pronte risposte e garantire i loro diritti troppo a lungo negati. Auspichiamo che venga progressivamente messo in atto un processo di ritorno alla “normalità” del SSN che permetta a tutti i medici di trovare la loro giusta e onorevole collocazione ed ai pazienti le risposte alle loro necessità.

* Direttore Medico
U.O. Oncologia Medica
Presidio Ospedaliero Paola

2 comments

  • Redazione
    10:37

    Eccola lampante l’eterna diatriba sull’uovo e la gallina che assilla il genere umano dalla notte dei tempi: dobbiamo aspettare che questa crisi cattiva abbandoni la nostra martoriata nazione, oppure cambiare il nostro modo di vedere la società attuale per dare alla crisi un definitivo calcio nel fondoschiena?? Riformulando il medesimo interrogativo in altri termini per adattarlo allo scenario delineato da questo post, com’è possibile non capire che se si desse stabilità a questi poveri precari figli di Ippocrate, si farebbe immediatamente un favore non a loro ed alle loro famiglie bensì all’intera cittadinanza calabrese???
    Purtroppo a quanto pare, l’unico segnale chiaro che stiamo dando a questi umili luminari dei nostri tempi resta inequivocabile:
    FATE LE VALIGIE ed ANDATE ALL’ESTERO!!!

    Almeno noi ben pensanti proviamo a fare uno sforzo di tipo intellettivo e cognitivo e proviamo a pensare che prima di chiederci se la gallina sia nata in anticipo rispetto all’uovo o vice versa, in ogni caso stiamo trascurando il PRIMUM MOVENS:

    .. un galletto birikino che non si è fatto gli affari suoi..
    Se in Italia non eliminiamo la corruzione madre dei paradossi, i nostri figli colti andranno sempre all’estero mentre noi saremo curati SOLO da ciarlatani nonchè incompetenti sedicenti taumaturghi.

  • Redazione
    10:37

    Dalla Calabria ce ne dobbiamo andare via tutti, così i medici alla fine si curano solo tra di loro!!!!!!!!!!!!!

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