Cancro all’utero, una malattia che fa meno paura
Sono incoraggianti i dati della vaccinazione preventiva
Ogni anno si registrano solo in Italia 3.700 casi, con 1.800 morti. Eppure oggi è possibile, grazie ai progressi della scienza, vaccinarsi contro il principale responsabile del tumore al collo dell’utero: l’Hpv, l’antipapilloma virus.
L’ASP cosentina, presieduta da Franco Patramala, e grazie all’azione del direttore del Dap di Cosenza Marcello Perrelli, sta facendo registrare risultati straordinari in termini di copertura della fascia di ragazze per le quali questa vaccinazione risulta più efficace. Parliamo delle dodicenni per le quali la vaccinazione, oltre che essere gratuita, offre i migliori risultati. L’antipapilloma, infatti, può annidarsi in seguito ai rapporti sessuali anche protetti, per cui i protocolli ministeriali hanno indicato questa età come fascia che offre maggiori garanzie. Anche le ragazze più grandi, però, possono vaccinarsi ed in tal senso l’ASP cosentina sta studiando il sistema per far pagare solo i costi vivi aziendali della vaccinazione (che richiede tre richiami).
In questa maniera si spera di aumentare ancora di più il numero delle adolescenti immunizzate da questa terribile malattia che si può sconfiggere solo dopo una diagnosi precoce ed attraverso le normali cure antitumorali.
La campagna di prevenzione dell’ASP ha avuto risultati incoraggianti, grazie ad una informazione a tappeto ed anche per un meritorio allargamento della fascia d’età che ha permesso ad un numero più ampio di ragazze di usufruire gratuitamente del vaccino. Si sfiora, infatti, a Paola il 100 per cento, il 75 % nella zona di Rossano, quasi del cento per cento è la copertura delle aventi diritto a Cosenza.
Eppure, nonostante gli ottimi risultati, Marcello Perrelli, direttore del Dap cosentino, avverte: «Bisogna continuare su questa strada e non abbassare la guardia. Dopo un primo boom di vaccinazioni oggi registriamo una leggera quiescienza, per questo è necessario informare ulteriormente e studiare, come appunto sta facendo la nostra Direzione, tutte quelle misure capaci di tenere alta l’attenzione e portare ad un aumento delle vaccinazioni». Sono, dunque, previste tutte una serie di iniziative di carattere divulgativo che proseguirà e renderà più incisiva questa attività d’informazione che sta alla base della buona riuscita negli anni di questa importante vaccinazione che potrebbe portare, un giorno, a debellare una delle cause di morte nelle donne più frequente. Una terribile malattia, il cancro dell’utero, per la quale fino a qualche anno fa non si avevano strumenti preventivi davvero efficaci e che oggi fa molta meno paura.