Influenza suina una pandemia che non deve fare paura

Le notizie che rimbalzano dai mezzi di informazione sui possibili sviluppi della cosiddetta “influenza suina”, anche in vista della riapertura delle scuole e dell’arrivo della stagione invernale, hanno generato nella popolazione una paura “sproporzionata” rispetto al problema. Il virus, derivante da un “riassortimento genico” di virus influenzali A umani/aviari/suini, causa una malattia respiratoria acuta, i cui sintomi  sono simili a quelli della “classica” influenza stagionale: febbre, artromialgie, raffreddore, mal di gola, tosse ed, in alcuni casi, anche nausea, vomito e diarrea. Come l’influenza stagionale, anche quella suina può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti e/o complicazioni gravi quali polmonite e insufficienza respiratoria. Ma allora perché tutto questo interesse? La novità è legata all’allarme dell’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) per la comparsa di questo virus, chiamato H1N1v “ swine”, nuovo, mai conosciuto prima dal genere umano, in grado di trasmettersi da persona a persona, ed essendo la popolazione mondiale suscettibile al virus, responsabile dell’attuale pandemia.
Il virus si trasmette con le stesse modalità dell’influenza stagionale, cioè attraverso la diffusione di goccioline di secrezioni naso-faringee con la tosse e lo sternuto. Le persone possono anche infettarsi toccando superfici contaminate con secrezioni infette e poi portando alla bocca e al naso le mani. Per evitare il contagio si consiglia, quindi, di lavarsi bene e molto spesso le mani, soprattutto se si frequentano luoghi pubblici (uffici, scuole o mezzi di trasporto come autobus e metro).Fino ad oggi il virus si è dimostrato poco aggressivo, i più colpiti sono i giovani,   nella maggior parte dei casi il decorso si è dimostrato lieve, con remissione dei sintomi in genere entro i 2-4 giorni dall’inizio delle manifestazioni respiratorie.La diagnosi di infezione (sorveglianza virologica), necessaria soprattutto per una valutazione epidemiologica, utile a monitorare l’attività dell’influenza e al rilevo di eventuali mutazioni soprattutto in termini di aggressività clinica, si esegue esclusivamente in centri specialistici di virologia. I campioni da sottoporre ad analisi virologica sono le secrezioni respiratorie (tampone nasale o faringeo) raccolte entro i primi 4 – 5 giorni dall’inizio dei sintomi. L’identificazione del virus richiede l’invio del campione da parte delle autorità sanitarie competenti, ad un laboratorio di riferimento della rete Influnet. Questa rete è deputata alla sorveglianza della sindrome influenzale, coordinata dal Ministero della Salute che si avvale della collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), del Centro Interuniversitario per la Ricerca sull’Influenza (CIRI), dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, dei laboratori di riferimento per l’influenza e degli Assessorati regionali alla Sanità. Il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, è stato recentemente identificato ed accreditato dal Ministero della Salute centro Influnet per la sorveglianza virologica del territorio calabrese e ciò è frutto di una severissima valutazione da parte dell’ISS, durata circa due anni, sui requisiti e le capacità da parte del nostro laboratorio  di valutare mediante saggi molecolari tutti i virus influenzali A, B, comprensivi dell’influenza H5N1 aviaria e  ora, della variante  H1N1v “swine”. Settimanalmente i nostri dati vengono inviati all’ISS per l’aggiornamento epidemiologico nazionale e per un’eventuale identificazione tempestiva di varianti virali emergenti circolanti nella popolazione. L’obiettivo è descrivere i casi, stimare l’incidenza settimanale della sindrome influenzale, la durata e l’attività dell’epidemia. Dal 29 luglio, secondo una circolare del Ministero, la sorveglianza virologica non è più obbligatoria, se non in casi particolari, mentre  continua ad essere necessaria la sorveglianza clinica, di competenza della medicina del territorio.L’utilità di questa sorveglianza deriva dalle gravi conseguenze socio-economiche derivanti dalle epidemie da virus influenzali. Vaccinarsi rimane pertanto la maniera migliore per prevenire e combattere l’influenza. I ceppi utilizzati vengono scelti ogni anno dall’Organizzazione Mondiale di Sanità sulla base delle segnalazioni provenienti dai sistemi di sorveglianza di tutto il mondo. Il continuo monitoraggio è reso necessario, infatti, dall’alta frequenza di mutazioni che si verificano nei virus influenzali. Il sistema di sorveglianza dell’influenza si avvale di una rete costituita da 110 Centri Nazionali, che collaborano con i quattro Centri di Riferimento OMS (Atlanta, Londra, Melbourne, Tokyo). Questi  Centri permettono di identificare tempestivamente le varianti virali emergenti e di valutare, dal punto di vista sia antigenico che molecolare, il grado di variazione acquisita dai virus influenzali circolanti nella popolazione. Ed è proprio questa rete che ha consentito l’individuazione del nuovo virus H1N1v “ swine” ed in pochi mesi dato il via all’allestimento del vaccino specifico.
Una rete mondiale di sorveglianza virale e clinica, la possibilità di costruzione dei vaccini, farmaci antivirali e terapie antibiotiche per le complicanze batteriche, insieme a sistemi sanitari avanzati in grado di assistere i malati con complicanze respiratorie, sono le strategie attuate dall’uomo per contrastare gli effetti delle epidemie influenzali. Il vaccino verso il nuovo virus, tra poco in commercio, potrà essere somministrato, probabilmente in monodose, in una prima fase, agli operatori dei servizi essenziali ed ai malati cronici e nella seconda fase sarà esteso alle persone di età compresa tra i 2 e i 27 anni di età, coprendo così il 40 per cento della popolazione. Il vaccino sarà distribuito gratuitamente attraverso la rete dei pediatri e dei medici di base. Le stime sull’andamento dell’attività influenzale nella prossima stagione invernale appaiono buone, considerato che nell’emisfero sud, dove il picco di attività dell’infezione è in decremento, l’epidemia ha mostrato un andamento analogo a quello dell’influenza stagionale, con casi che, nella stragrande maggioranza, hanno avuto sintomi piuttosto lievi, se non irrilevanti. Ritengo pertanto che la rete sanitaria mondiale, costituita da numerosi esperti, quali virologi, farmacologi, clinici ed epidemiologi, stia lavorando in maniera molto attenta ed efficace per monitore e combattere questa pandemia.

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