Necessario ristabilire una corretta scala di valori
Ho visto l’altro giorno soccorrere un cane investito da un’auto. Una mezza dozzina di persone lo accudivano in attesa dei soccorsi.Ho visto l’altro giorno, su Internet e poi in tv, l’agghiacciante filmato dell’esecuzione di un uomo ucciso per errore dalla camorra a Napoli. Qui nessuno si ferma per soccorrerlo. Accanto al povero cristo, un musicista rumeno, resta solo la moglie, che urla disperata fino a quando l’uomo muore….. come un cane….. peggio di un cane. Ci sarebbe da chiedersi a quale punto siamo arrivati se la solidarietà scatta per un animale e non più per i nostri simili. Nulla di nuovo sotto il sole. L’uomo è una creatura talmente complessa da poter spaziare dalle vette più alte dell’amore a quelle – purtroppo più frequenti – del peggior egoismo. Non c’è da stupirsi se una piccola folla assiste un cane e una grande folla abbandona un proprio fratello al suo destino. L’animale fa meno paura. L’essere umano può portarci via qualcosa, fosse solo la scocciatura di dover chiamare la polizia e di essere poi chiamati a testimoniare. E’ nei confronti dei nostri simili che scatta il mors tua, vita mea. Così siamo fatti. E il rischio è quello di tirarci fuori… E se i killer fossero ancora nei dintorni? Se lo stessero inseguendo per dargli il colpo di grazia? E poi, chi sarà davvero quest’uomo crivellato di proiettili? Non sarà forse anch’egli un camorrista? Che se li sbrighino fra di loro, i conti: perché immischiarsi?
Così siamo fatti, e in questo ragionare c’è tutta la nostra miseria, il nostro voler tornare al più presto nel nostro piccolo e sicuro mondo. Siamo tutti pronti a tuonare contro la camorra, contro la mafia, la ‘ndrangheta. Come no? Ma al dunque, volgiamo lo sguardo (e l’orecchio) dall’altra parte. Un uomo è morto ammazzato; gli altri avevano fretta di tornare a vivere tranquilli, ed è una morte peggiore.