Bambini e cibo: come si profilano le preferenze di gusto? La parola all’esperto

Perchè i bambini amano il dolce ed odiano le verdure? Le preferenze di gusto in tenera età non sono solo capricci: lo conferma il dottor Trapani, in vista dell’imminente inaugurazione di Expo 2015, la kermesse dedicata all’alimentazione che prenderà il via a Milano a partire dal primo maggio.

gusto nei bambini Famiglia, biologia, adattamento: sono questi i fattori che determinano le preferenze in materia di gusto alimentare nei bambini. “Bisogna partire dal presupposto che le nostre preferenze di gusto sono state preimpostate biologicamente e molte sono state legate alle diverse esperienze effettuate nella crescita – premette il dottor Trapani – Sebbene esistano alcuni fattori genetici che determinino le differenze nella percezione del gusto, tutto ha avuto inizio nel grembo materno. I sensi si formano nel periodo embrionale che va dalla prima all’ottava settimana di gestazione ed all’inizio del periodo fetale, per poi maturare in diversi momenti”.

Ciò premesso, però, non è da sottovalutare il ruolo genitoriale nella scelta dell’alimentazione nei più piccoli. “Il bambino ama le certezze ed i nuovi alimenti vengono più facilmente accettati se consumati insieme a piatti già conosciuti piuttosto che da soli”, sottolinea il dottor Trapani. “Inoltre, potrà essere influenzato nella scelta di un cibo, anche da come i genitori gli presenteranno gli alimenti, dalle abitudini familiari, dall’educazione scolastica e dalla pubblicità in televisione”. Alla classica domanda: “Perchè i bimbi amano i sapori dolci?”, il medico risponde rivelando un insolito retroscena. “Il gradimento per i cibi dolci nei bambini è innato. Infatti – continua l’esperto – i sapori dolci si sentono già nel liquido amniotico. Quando il feto arriva alla 32° settimana di gestazione, reagisce ai cambiamenti di sapore del liquido amniotico modificando la deglutizione dello stesso, regolandone la frequenza in base al sapore dolce o amaro. Il neonato – aggiunge il dottor Trapani – durante l’allattamento, mostra un elevato indice di gradimento per il gusto dolce, reagendo con una espressione facciale di soddisfazione e tranquillità. Il latte materno potrà influenzare le successive preferenze”.

Il dilemma che attanaglia ogni genitore è, infine, legato all’assunzione di un nuovo alimento da parte del proprio piccolo: impresa non facile, ma possibile. Il medico svela qualche trucco per rendere questo processo più semplice. “E’ importante dare il buon esempio – premette il dottor Trapani – Cercate di creare un ambiente sereno, il momento del pasto dovrà essere un momento piacevole per tutta la famiglia. Spegnete la televisione per “vivere” il pasto come un momento di serenità e convivialità della famiglia. Questo aiuterà il bambino a fare meno resistenza verso l’assaggio di nuovi alimenti”. Un errore da evitare è quello di forzare il piccolo ad assumere un alimento non gradito. “Proponete l’assaggio a vostro figlio, ma senza forzarlo, se rifiuta riproverete nuovamente. Anche una partecipazione attiva potrà essere d’aiuto: fate cucinare vostro figlio con voi, fate la spesa insieme, insegnate a non comprare i cibi spazzatura.  La partecipazione attiva è il modo più efficace per stimolare un bambino”.

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