Un’amaca concilia il sonno, lo dice la scienza

E’ istinto comune a molte culture e generazioni  quello di far ondeggiare dolcemente i bambini per indurne il sonno. Allo stesso modo molti adulti avranno sperimentato il potere ipnotico con cui un’amaca o un dondolo riescono a rallentare le attività cerebrali tipiche di uno stato di veglia per consegnarci inesorabilmente alle braccia di Morfeo.

Sebbene la scienza abbia sempre raggiunto i propri risultati partendo dall’osservazione empirica, le basi razionali su cui si fondasse l’azione facilitante di un’oscillazione corporea nei confronti dell’induzione al sonno restavano fino ad oggi un argomento del tutto sconosciuto.

Ci hanno pensato alcuni ricercatori del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Ginevra in collaborazione con i colleghi dello “sleep laboratory” dell’ospedale universitario della medesima città.

Hanno chiesto a dodici volontari adulti di provare ad addormentarsi sdraiandosi su di un’amaca sperimentale che, sottoposta al comando dei ricercatori, poteva in alternativa restare immobile o oscillare dolcemente. Ogni volontario si è concesso due pennichelle di 45 minuti ciascuna, una in uno stato di quiete, l’altra in uno stato di moto caratterizzato da lievi oscillazioni dell’amaca sperimentale; in entrambi i casi l’attività cerebrale dei soggetti era costantemente monitorata tramite Elettroencefalogramma.

I risultati dell’esperimento sono stati pubblicati oggi sull’ultimo numero della rivista scientifica “Current Biology” ed hanno confermato con l’evidenza sperimentale basata sulla lettura del tracciato Elettroencefalografico ciò che da già secoli era noto al genere umano: la oscillazioni dell’amaca determinavano una più rapida transizione delle onde cerebrali da una forma non sincronizzata, tipica dello stato di veglia, ad una forma sincronizzata, caratteristica di una fase di sonno profondo di tipo non- REM.

Il prossimo passo, riferiscono gli autori della ricerca, sarà incentrato sulla comprensione di come, ed in che misura, il riposo su di una superficie oscillante possa influenzare periodi di sonno più lunghi, nella speranza di poter giungere a risultati concreti per la cura dell’insonnia.

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