Una lettera aperta agli italiani per difendere il diritto alla tutela della salute e un servizio sanitario a rischio di perdere i servizi oggi garantiti, a causa dei provvedimenti previsti dalla manovra economica.

Nell’appello ai cittadini i medici spiegano: «aiutateci a difendere il diritto alla tutela della salute. Il Servizio sanitario nazionale sta, infatti, per essere travolto da una serie di provvedimenti che metteranno a rischio i servizi oggi garantiti, con pesanti effetti sulla vita delle persone». È quanto scrivono i sindacati della dirigenza medica del Ssn in una lettera aperta agli italiani, scritta per metterli in guardia dai pericoli e dalle ricadute che la manovra economica avrà sulla sanità pubblica. «La manovra – si legge nella lettera, pubblicata sul sito web della Cimo-Asmd – taglierà i trasferimenti economici dallo Stato alle Regioni e ai Comuni e di conseguenza ridurrà le prestazioni nei settori della disabilità, della salute mentale e degli anziani fragili; condizionerà negativamente anche i servizi sanitari ospedalieri e territoriali e scompariranno le politiche della prevenzione». E ancora. «La manovra porterà al licenziamento di migliaia di medici precari impegnati nei settori dell’emergenza e al pensionamento di 30 mila medici e dirigenti sanitari con l’impossibilità di assicurare la continuità assistenziale e l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza a causa della riduzione dei posti letto e delle sedute operatorie e comporterà l’allungamento delle liste di attesa anche per le prestazioni radiologiche di alta tecnologia. Il risultato finale sarà la riduzione della qualità e della quantità delle prestazioni erogate ai cittadini italiani». Per i medici del servizio pubblico, «con questi presupposti si rischia di avere diritti diversi a seconda delle condizioni economiche delle Regioni nelle quali si vive e di essere privati del Ssn, quale presidio fondamentale della tutela della salute: un diritto costituzionale che deve essere riconosciuto a tutti senza distinzioni di censo. Chi può contare su adeguate condizioni economiche – sottolineano – si rivolgerà al privato, ma chi vive in condizioni economiche disagiate o del proprio stipendio di dipendente o di una modesta pensione si dovrà mettere in fila». I camici bianchi lanciano in chiusura una vera e propria richiesta di aiuto: «Chiediamo a te, caro cittadino di aiutarci a difendere i tuoi diritti a tutela della salute su tutto il territorio nazionale. Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del servizio sanitario pubblico di operare per escluderlo dai tagli previsti dalla manovra economica». La lettera è firmata da Anaao Assomed; Cimo-Asmd; Aaroi-Emac; Fp Cgil medici; Fvm; Fassid; Fesmed; Anpo-Ascoti; Fials medici; Sds Snabi; Aupi; Sinafo; Fedir sanità; Sidirss.

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