Tumori. Airo: “Tra 10 anni l’85% dei pazienti sarà curato con la radioterapia”

Radiazioni più precise di un bisturi grazie alle nuove tecnologie, a costi minori e con meno effetti collaterali. Ma occorre adeguare il numero delle strutture e degli operatori. Se ne parlerà al XXII Congresso dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (Airo) che si apre domani a Roma. 18 NOV – Sempre più importante, al punto che entro dieci anni si stima che verrà utilizzata nell’85% dei malati di tumore, e sarà sempre più sostitutiva del bisturi e della chemioterapia, anche grazie alla maggiore efficacia ed ai costi inferiori rispetto alle altre due modalità alternative di cura meglio conosciute. È la radioterapia oncologica, delle cui prospettive, ma anche dei problemi e delle necessità attuali, a partire da un adeguamento della dotazione tecnologica nelle strutture del nostro Paese, si parlerà al congresso dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica (Airo) a Roma dal 17 al 21 novembre. “La radioterapia – spiegano gli esperti – anche se ‘nell’ombra’, è già oggi l’alternativa principale nella cura dei tumori, e la sua importanza è destinata a crescere anche grazie alla continua evoluzione delle tecnologie”. Secondo i dati dell’Airo già oggi il 60-65% dei pazienti oncologici fa ricorso alla radioterapia, “ma l’effetto combinato delle nuove applicazioni messe a punto negli ultimi anni e dell’aumento generale dei tumori faranno lievitare la cifra”. A guidare la “rivoluzione” sono le nuove tecnologie, che ormai permettono di colpire il tumore con radiazioni precise quanto un bisturi e di aumentare quindi le dosi, riducendo il numero di sedute necessarie. “Ne è un esempio la prima terapia con un ‘bisturi’ di ioni carbonio iniziata pochi giorni fa dal il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) di Pavia, ma se questo avanzamento è per ora utilizzabile per neoplasie molto rare, l’effetto delle radioterapie meno avanzate ma sempre hi tech disponibili anche nel nostro paese è evidente anche contro i ‘big killer’”, spiegano ancora gli esperti, che sottolineano come nei tumori più diffusi, ad esempio, quelli della prostata, della mammella (seno) e del retto la radioterapia da sola o associata alle altre metodiche svolge un ruolo fondamentale. “Nei tumori al seno, ad esempio,la radioterapia eseguita dopo la chirurgia, riducendo il rischio relativo di recidiva omolaterale di circa il 75%, deve essere considerata parte integrante del trattamento conservativo delle neoplasie in stadio iniziale. Il dato è molto importante perché per ogni 4 recidive evitate si evita una morte per carcinoma della mammella”. Nel tumore della prostata “la radioterapia a dosi radicali raggiunge risultati di efficacia, da sola o associata alla terapia ormonale, sovrapponibili alla prostatectomia tradizionale o robotica  con una mortalità cancro-specifica a 10 anni del 3,9% nei pazienti a rischio basso ed intermedio e dell’11,5% in quelli ad alto rischio”, ha precisato Riccardo Maurizi Enrici, copresidente del congresso. “In altri casi invece – ha aggiunto -, prima dell’intervento chirurgico, la radioterapia associata o meno alla chemioterapia permette di ridurre l’effetto invalidante della resezione chirurgica, che diventa più conservativa, con un evidente vantaggio sulla qualità della vita come nel caso delle neoplasie del retto dove il tasso di colostomie definitive si è drasticamente ridotto”. Oltre ai vantaggi per il paziente, la radioterapia permette anche di risparmiare risorse economiche, sia perché ha costi ridotti rispetto alle altre modalità di cura  sia perché riduce ricoveri ed effetti collaterali nei malati. Il censimento contenuto nel Libro Bianco sulla oncologia ha evidenziato luci e ombre nel sistema italiano.  Le criticità evidenziate dagli esperti sono essenzialmente la dotazione tecnologica (secondo gli standard europei necessiterebbero 420 acceleratori lineari, mentre ora sono 346), la disomogeneità territoriale, l’obsolescenza delle apparecchiature (il 25% circa supera i 10 anni di attività) e la carenza  di  risorse umane (necessiterebbero almeno altri 80-100 radioterapisti oncologi): “La situazione italiana è quella di un paese dotato in modo abbastanza  disomogeneo tra nord, centro e sud, di tecnologia adeguata (radioterapia conformazionale, IMRT, radioterapia stereotassica) – ha affermato il presidente Airo Giovanni Mandoliti – Quindi i pazienti sono costretti a viaggiare, aggiungendo al problema psicologico del cancro anche il disagio logistico ed economico degli spostamenti”. Durante il congresso si parlerà di tutte le applicazioni della radioterapia utilizzata in maniera esclusiva o in associazione alle altre modalità di cura dei tumori con finalità curative non tralasciando di prendere in considerazione il suo utilizzo nella terapia sintomatica allo scopo di eliminare un sintomo,spesso il dolore,o nei pazienti oligometastatici allo scopo di migliorarne  le qualità della vita tendendo a cronicizzare la malattia: “L’obiettivo principale dell’Airo – ha concluso Mandoliti – è quindi privilegiare la qualità dei trattamenti effettuati tanto nell’ambito della prescrizione quanto in quello della impostazione e della esecuzione ed identificare standard operativi di livello elevato, implementandoli progressivamente e verificandone costantemente l’applicazione”.

Fonte: www.quotidianosanità.it

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