Trapianto di rene, una nuova scoperta potrebbe accorciare le liste di attesa

Nuove speranze per i pazienti in attesa di un trapianto di rene. D’ora in poi, potranno essere utilizzati anche i reni di donatori affetti da epatiteC, fino ad ora scartati.  La scoperta, mirata alla cura di centinaia di pazienti in più, arriva dall’Università della Pennsylvania

Sono oltre 500 i reni in buone condizioni che, ogni anno, solo negli Stati Uniti, non vengono impiegati per il trapianto perché derivanti da donatori affetti da epatite C. Ora, un piccolo studio condotto dall’Università della Pennsylvania, porta a nuove importanti speranze per tutti i pazienti in attesa di un trapianto. Grazie ai nuovi superfarmaci contro la malattia, l’epatite C potrà essere curata in modo efficace subito dopo il trapianto, distruggendo con successo il virus. Oggetto del piccolo test che ha portato all’importante scoperta, sono state 10 persone in dialisi da almeno un anno e mezzo, di età compresa tra i 46 e i 60 anni a cui sono stati assegnati rendi di donatori infetti dal genotipo 1 di epatite C. Subito dopo l’intervento, i pazienti si sono sottoposti ad una terapia di 12 settimane a base di uno dei nuovi superfarmaci realizzati per combattere l’epatite C. Dai risultati è emerso che il virus è scomparso in  tutti i soggetti coinvolti nel test.  I dati dell’importante sperimentazione, iniziata con l’auspicio di riuscire a curare centinaia, se non migliaia di pazienti in più, sono stati pubblicati dal New England Journal of Medicine. Anche i reni provenienti da donatori affetti da epatiteC, se attentamente selezionati dunque, potranno essere impiegati per i trapianti, andando ad accorciare le liste di attesa e  consentendo di salvare un numero maggiore di vite umane

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