Tintarella made in USA:Chiarezza sui filtri solari dalla Food and Drug Administration

C’è una gran confusione sulla tanto desiderata abbronzatura, vera e propria ossessione di milioni di americani e non solo. Proteggere la propria pelle dai raggi solari con prodotti appropriati è importante per tutti, ma considerando che negli stati uniti il relativo giro d’affari ammonta ad oltre 680 milioni di dollari, l’inganno più o meno volontario può essere dietro l’angolo.

Un articolo apparso due giorni fa sul New York Times sintetizza le strategie che la FDA sta adottando al fine di garantire trasparenza e sicurezza per il consumatore, nel tentativo di fare chiarezza in merito a quali caratteristiche debbano possedere lozioni e spray anti UV per poter garantire la migliore protezione.

Anzitutto, per poter recare in etichetta la tanto rassicurante dicitura “protezione ad ampio spettro” i prodotti dovranno dimostrare dopo appositi test di essere in grado di risultare un adeguato e consistente schermo sia nei confronti delle radiazioni UV di tipo B che di tipo A. Le radiazioni UVB sono responsabili delle ustioni, mentre le radiazioni UVA fanno raggrinzire la pelle: entrambe provocano il cancro.

Altro mito da sfatare è la resistenza all’acqua. Le creme non potranno più esporre la scritta “waterproof” in quanto non sufficientemente chiara ed a volte ingannevole. Ciò che sarà possibile riportare in etichetta sarà il tempo espresso in minuti oltre il quale il prodotto può considerarsi “water resistant”.

Inoltre solo i filtri solare son un fattore di protezione (SPF, sun protection factor) superiore a 15 potranno dichiarare di prevenire le scottature e di ridurre il rischio d’insorgenza del cancro alla pelle o il relativo invecchiamento precoce.

Altro elemento oggetto di intenso dibattito è il rapporto rischio / beneficio di creme con un SPF maggiore di 50. Il  Dr. Warwick L. Morison, docente di dermatologia presso la Johns Hopkins University nonché  chairman della  commissione di patobiologia per conto della Skin Cancer Foundation, mette il guardia dal fatto che prodotti con un SPF superiore a 50 offrano un incremento di protezione poco significativo,  ed espongano la pelle ad una maggiore quantità di agenti irritanti in essi contenuti.

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