Stress. Meglio essere persone teflon!

Secondo gli scienziati meglio essere persone “teflon”, che schivano il peso degli agenti stressanti, che persone “velcro”, a cui lo stress si attacca addosso. Le seconde  sono quelle che a lungo termine finiranno per soffrire di patologie croniche come quelle cardiovascolari. A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell’Università della Pennsylvania la cui ricerca decennale, pubblicata su Annals of Behavioral Medicine, spiega prima di tutto l’importanza di capire quanto lo stress influirà sulla qualità della nostra vita, e anche che, chi è più soggetto a lasciarsi toccare dallo stress, sarà più portato ad avere malattie croniche a distanza di anni. Per dirlo, nello specifico, gli scienziati hanno condotto uno studio che potrebbe sembrare piuttosto bizzarro: scelto un campione di 2000 persone, hanno fatto loro interviste telefoniche per otto sere consecutive, facendosi semplicemente raccontare la loro giornata, eventuali problemi sul lavoro, condizioni di salute, umore. Poi, hanno collezionato campioni di saliva in quattro momenti diversi di quegli stessi otto giorni, in modo da poter analizzare la quantità dell’ormone dello stress, il cortisolo. Tutto ciò è avvenuto una prima volta nel 1995, e una seconda volta nel 2005, così da poter confrontare i dati. Dunque, la cosa interessante è capire come la gente “subisca” gli agenti stressanti. La suddetta ricerca dimostra, in particolare, che gli ultrasessantacinquenni sembrano reagire allo stress più dei giovani, probabilmente anche perché non ne sono esposti alla stessa quantità e dunque non sanno gestirlo. Allo stesso modo le persone con livelli di educazione più bassi o capacità cognitive minori reagiranno peggio perché gli sembrerà di avere poco controllo su di essi. Dunque, non è tanto lo stress in sé a dover essere biasimato: questo potrebbe essere sì un sintomo della fatica quotidiana, ma potrebbe anche solo voler significare che si ha una vita piena di interessi. Se questo è vero, sottolineano i ricercatori, la soluzione non è ridurre gli agenti stressanti, ma solo capire come gestirli al meglio.

Fonte: www.quotidianosanità.it

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