Se si tocca il 5 per mille si danneggia la ricerca

Il 5 per mille, con la drastica riduzione della misura da 400 a 100 milioni, contenuta nella legge di stabilità appena approvata in Finanziaria, si è trasformato nell’1,25 per mille. Un taglio che ha determinato l’inevitabile dissenso del mondo del non profit, a cui non bastano le rassicurazioni del ministro Tremonti, che ha assicurato che i fondi saranno riportati a 400 milioni ad aprile. «Un provvedimento ingiusto e illogico» sottolinea Carlo Borsani, presidente della fondazione Irccs istituto neurologico “Carlo Besta”. «Ingiusto perché il 5 per mille è frutto di un’autonoma liberalità dei cittadini nei confronti degli enti che svolgono ricerca scientifica e delle organizzazioni di volontariato. Illogico perché, questi soggetti, a loro volta, fanno fronte a necessità e danno risposte in positivo a problemi, come quello del finanziamento della ricerca, a cui lo Stato italiano, a differenza di altri Paesi europei, non riesce a dare soddisfacenti risposte». E proprio per queste ricadute Borsani si augura che «questo provvedimento, che ora passa al vaglio del Senato, venga respinto o ritirato».

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