Sanità calabrese di fronte a un bivio

Un debito ancora avvolto nel mistero e un servizio sanitario da ricostruire. All’orizzonte ospedali da chiudere e riconvertire e sprechi da vincere. Per sempre. La Calabria è al bivio: «Entro fine mese – fanno sapere dall’entourage del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti – saranno ufficializzate le misure per cominciare ad attuare il piano di rientro. Con tanto di lista di ospedali che chiuderanno i battenti o rinasceranno sotto nuove forme». Un appuntamento cruciale che coinciderà, probabilmente, anche con la visita del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, attesa anche questa per fine mese a Lamezia Terme. La lista di inefficienze e sprechi è lunga. Nuovi casi saltano fuori da ogni distretto sanitario. L’ultima tappa dell’Operazione trasparenza avviata da Scopelliti ha toccato Catanzaro. Risultato: è emerso che l’azienda sanitaria provinciale accumula un disavanzo di 55 milioni di euro l’anno e ha un debito consolidato di 250 milioni di euro. La confusione regna sovrana: mentre le spese per gli straordinari sono alle stelle, ci sono infermieri che svolgono ruoli da personale amministrativo, persone senza laurea al lavoro in uffici legali, guardie mediche che visitano una persona ogni 4 giorni. E i sindacati ora guardano all’arrivo del ministro con una speranza. Dal canto suo il governatore spera «che si arrivi al più presto alla quantificazione definitiva del debito». Il contratto di consulenza con l’advisor Kpmg che avrebbe dovuto fare chiarezza sulla contabilità calabrese è scaduto a fine giugno. La società ha presentato una proposta di rinnovo, ma è ancora in corso di valutazione.

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