Realizzato il primo utero artificiale per bambini prematuri: tra 10 anni, sostituirà gli attuali incubatori

Inventato l’utero artificiale. Si tratta di un contenitore riempito con un liquido dotato delle stesse caratteristiche e funzioni di quello amniotico. Lo strumento, realizzato dal Children’s Hospital di Philadelphia, potrebbe salvare i bimbi prematuri nati dalla 23esima settimana

I progressi della scienza e della medicina sembrano non avere più confini. Realizzato, dal Chidren’s Hospital di Philadelphia, il primo utero artificiale per bambini prematuri. Testato su alcuni agnellini, accompagnati nella loro crescita fetale per circa quattro settimane, l’utero artificiale si è dimostrato essere uno strumento davvero efficiente. Tra i suoi limiti, quello di non poter essere impiegato in tutte le tappe della gestazione. L’utero costruito in laboratorio infatti, risulta adatto solo per la parte intermedia e finale della gravidanza, tanto da poter rappresentare un valido aiuto per la crescita dei bimbi prematuri nati a partire dalla 23esima settimana, una fase davvero difficile da superare. L’utero artificiale è un contenitore contenente un liquido realizzato imitando le caratteristiche del liquido amniotico, in cui la temperatura è regolata e costante e l’ambiente totalmente sterile. Così come avviene nell’utero artificiale, il liquido amniotico passa per i polmoni ed il cuore del feto pompa il sangue utilizzando il cordone ombelicale, dove uno strumento lo filtra eliminando l’anidride carbonica e lo ricarica di ossigeno, assolvendo al compito della placenta. La circolazione non è aiutata da pompe che potrebbero danneggiare i cuori ancora troppo piccoli e fragili dei neonati, così come i polmoni non sono supportati da respiratori. L’obiettivo dei ricercatori, infatti, è stato quello di ricostruire l’utero naturale nel modo più fedele possibile per dare l’opportunità agli organi del neonato di svilupparsi proprio come avverrebbe nell’utero della madre. Attraverso una tecnologia tanto avanzata, i bimbi prematuri potranno affrontare le gravi complicanze legate alla loro particolare situazione. I bambini nati intorno alla 23esima settimana di gestazione, spiegano gli esperti, sono particolarmente fragili ed esposti a gravi rischi di salute, con possibilità di sopravvivenza appena intorno al 20, 30%. In più, la crescita ancora ridotta dei polmoni, rende molto elevata la possibilità di danni permanenti alla salute. Affinchè lo strumento possa essere impiegato negli ospedali sui bambini, sarà necessario condurre ulteriori ricerche e miglioramenti.  Secondo le previsioni dei realizzatori dell’innovativo strumento, serviranno ancora una decina di anni prima che gli attuali incubatori possano essere sostituiti dagli uteri artificiali appena inventati.

 

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