Radicali liberi necessari alla soppressione dell’appetito: dilemma scientifico

Pur essendo ormai da tempo tristemente noti per le dannose conseguenze sulla salute, livelli elevati infatti determinano invecchiamento e danni ai tessuti, a quanto pare in loro assenza non è possibile sopprimere l’attività dei circuiti neuronali responsabili dello stimolo della fame.

L’obesità è un problema che sta acquisendo proporzioni estremamente preoccupanti a livello globale ed il fattore determinante è l’eccessiva alimentazione.

Purtroppo sembra alquanto arduo riuscire a modulare farmacologicamente lo stimolo della fame senza ridurre l’efficienza dei meccanismi molecolari  responsabili del controllo dei  livelli di radicali liberi in quanto proprio tali meccanismi stanno alla base dell’aumento dell’appetito nei soggetti obesi.

Uno studio condotto dalla Facoltà di Medicina della Yale University (Connecticut, USA), e pubblicato online sulla rivista scientifica “Nature Medicine”, ha rilevato che l’innalzamento dei livelli di radicali liberi nell’Ipotalamo di animali da esperimento obesi determinava uno stato di sazietà.

Secondo quanto riferito dagli autori dell’esperimento, l’attuale difficoltà nel realizzare trattamenti farmacologici per la cura dell’obesità senza incorrere in seri effetti collaterali risiede proprio in questo ambivalente  ruolo dei radicali liberi che da un lato inducono ad uno stato di sazietà, dall’altro innescano processi degenerativi.

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