Quando si aspetta un’ambulanza: anche gli inglesi si lamentano

Sono interminabili  minuti di angoscia. Trovarsi di fronte ad un incidente od uno stato di malessere proprio o di un’altra persona, non sapere cosa fare, cercando di non lasciarsi prendere dal panico. Spesso e volentieri, arrivata l’ambulanza, dopo una folle corsa in ospedale ci si trova inermi ad aspettare che il destino faccia inesorabilmente il proprio corso davanti ad un pronto soccorso, sovraffollato da emergenze a volte più urgenti della nostra.

In un articolo apparso oggi sulla sezione salute della BBC, Il ministro della salute del Regno Unito, Mr Simon Burns, se la prende col precedente governo laburista in quanto a suo avviso, avrebbe dimostrato una perversa mania di raggiungimento solo dei cosiddetti “measurable targets” ossia degli obbiettivi quantificabili. Secondo Simon Burns, i suoi predecessori avrebbero attuato una politica di gestione delle emergenze la cui qualità sarebbe stata misurata esclusivamente in termini di minuti di attesa dell’arrivo di un’ambulanza, trascurando in tal modo le reali necessità dei pazienti, i quali, nella maggior parte dei casi si trovavano davanti agli ospedali sovraffollati ad attendere il proprio turno nell’ambulanza, impedendo in tal modo la nuova disponibilità del mezzo per far fronte a nuove emergenze. Tale commento si trova in sintonia con l’opinione dell’ufficio nazionale di controllo ( National Audit Office), che in un report precedentemente indirizzato al ministero della salute sollecitava ad utilizzare le risorse in maniera tale da garantire ai pazienti non solo tempi di attesa ragionevoli, ma soprattutto la presenza sulle ambulanze, di personale sanitario adeguatamente formato per garantire un primo immediato ed efficace soccorso in loco.

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