Previsto, per venerdì 16 dicembre, nuovo sciopero generale dei medici

Annunciato oggi, 2 dicembre, il nuovo sciopero generale dei medici da parte dell’Intersindacale Medica, previsto per il prossimo 16 dicembre. Le ragioni: riconoscimento della dignità professionale e incrementi contributivi irrisori

#nonèlavoltabuona, questo l’hashtag legato al nuovo sciopero generale dei medici annunciato oggi, 2 dicembre, dall’Intersindacale medica. Previsto per venerdì 16 dicembre, lo sciopero – già convocato lo scorso 28 novembre e revocato in seguito alla decisione della Commissione di Garanzia dell’Attuazione della Legge sullo Sciopero – vedrà coinvolti medici, dirigenti sanitari, veterinari e i dipendenti della sanità pubblica che decideranno di aderirvi, uniti nella richiesta al Senato, del “riconoscimento di ruolo e dignità professionale” nonché di “modifiche legislative per un contratto nuovo da assumere a strumento di garanzia della qualità dei servizi per i cittadini”. Alla base dello sciopero – che non riceverà il sostegno di Cgil, Cisl e Uil Medici – la critica della legge di Bilancio 2017, approvata dalla Camera. L’irrisorio aumento dei contratti previsto dal Fondo per il pubblico impiego, si delinea come il centro focale dell’intero sciopero. A spiegarne le motivazioni, la nota dell’Intersindacale composta dalle sigle Annaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fvm, Fassim, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici. “L’incremento retributivo, pari al costo di 2 caffè al giorno – si legge – non può essere considerato il finanziamento del contratto collettivo di lavoro dei dirigenti medici e sanitari del Servizio Sanitario Nazionale”.  L’Intersindacale spiega che “di fatto si proroga, solo per noi (il settore medico) un blocco retributivo in vigore da 7 anni, ad onta della sentenza della Corte Costituzionale”. Una legge, quella di Bilancio 2017, indicata come “un film già visto”, responsabile di “una coazione a ripetere che, come un qualunque governo precedente, regala al SSN una miscela fatta di sottofinanziamento, abuso di contratti atipici e peggioramento delle condizioni di lavoro e retributive dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari”.

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