Nootropiche, le droghe 2.0 della Silicon Valley

Le chiamano droghe intelligenti. Sono le nootropiche, sostanze in voga tra i creatori di app e programmatori informatici per spingere al massimo le proprie prestazioni lavorative. Le droghe nootropiche stanno spopolando nella Silicon Valley, dove hanno preso rapidamente il posto del più spartano caffè.

NootropicheTutti coloro i quali, nella Mecca della tecnologia statunitense, hanno fatto uso di queste droghe intelligenti, hanno raccontato degli straordinari benefici che le nootropiche hanno portato al proprio operato. “Sono le tre del pomeriggio e la mia e-mail vola. A quest’ora generalmente faccio fatica a trattenere il sonno e sono già alla mia seconda o terza tazza di caffè. Ma oggi è differente. Sparo messaggio dopo messaggio, volano via dalle mie dita come se fossero proiettili – confessa estasiato Kevin Roose, reporter di Fusion (la piattaforma multimediale per Millennials lanciata da Disney e ABC Television) – E’ probabile che debba ringraziare le nootropiche per questo scoppio di produttività pomeridiana”.

Cosa sono le nootropiche e come agiscono sul nostro cervello? Queste particolari sostanze – solo in apparenza prive di controindicazioni – sono la cura adottata in caso di patologie del sistema nervoso, come Sclerosi Multipla ed Alzheimer. All’inizio, tali sostanze fecero capolino nelle Università più prestigiose del “regno” di Obama: gli studenti ricorrevano all’ausilio delle nootropiche perchè pare non provocassero assuefazione, oltre ad aumentare le prestazioni di studio. I risultati, ben visibili agli occhi del consumatore e non solo, hanno incoraggiato a ricorrere a queste droghe “miracolose” anche gli stacanovisti della Silicon Valley.

Le sostanze nootropiche furono sintetizzate per la prima volta nel 1964 da un gruppo di ricercatori della casa farmaceutica belga UCB, con a capo il chimico e psicologo rumeno Corneliu E. Giurgea. I farmaci contenenti queste sostanze agiscono direttamente sul cervello garantendo, tra l’altro, l’aumento della vigilanza corticale, della selettività della corteccia telencefalica del cervello e il ripristino di funzioni cerebrali compromesse da malattie e condizioni degenerative genetiche.

Ma, come in ogni bella rosa che si rispetti, non mancano le spine. Le sostanze nootropiche, infatti, possono causare a lungo termine persino un’overdose di dopamina, glutammato e norepinefrina, nonchè danni irreparabili sui cervelli più giovani, almeno stando ad una ricerca datata 2014 condotta dalla Drexell University di Pittsburg, in Pennsylvania. “Individui sani corrono il rischio di superare i livelli ottimali di quelle sostanze e divenire iperdopaminergici o ipernoradrenergici, aggravando di conseguenza le espressioni comportamentali che stano cercando di migliorare – ha spiegato Wen-Jun Gao, docente di neurobiologia alla Drexel e autore della ricerca, che però aggiunge: – Dal dosaggio usato non abbiamo ottenuto effetti collaterali di lunga durata”. Gli studi sulla droga 2.0 continuano, così come aumenta tra i professionisti del web e non solo l’utilizzo della controversa sostanza.

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