Manovra: Medici sul piede di guerra, sanità al collasso

Come da copione, quando c’è da tagliare si taglia, anche laddove c’è il concreto rischio di ledere apparati vitali da cui dipende imprescindibilmente la qualità della vita dei cittadini; più che di qualità della vita oggi bisognerebbe parlare di “qualità della sopravvivenza”.

Secondo quanto pubblicato ieri da Repubblica, l’Anaoo Assomed, principale sindacato della dirigenza del Servizio sanitario nazionale, minaccia uno sciopero. Costantino Troise, segretario nazionale mette in guardia dalla logica conseguenza di quanto proposto dall’esecutivo: “l’eternizzato blocco del turn over costringerà a riposi sempre più corti, a più straordinari e meno ferie, rubando ogni speranza a 8mila medici precari di lungo corso”.

Il sindacato  inoltre  accusa il governo di  strumentalizzare “la crisi economica per minare alle fondamenta la sanità riducendo lo spazio del pubblico a favore del privato” e menziona il dato secondo cui  in Italia la spesa sanitaria sarebbe inferiore alla media Ocse.

Lapidario il commento di Ignazio Marino, senatore del Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, secondo cui la manovra troverebbe  ispirazione da “un principio ragionieristico che non tiene in alcuna considerazione la qualità e l’efficienza delle cure”.

“Sarà una manovra per l’Italia e per gli Italiani” aveva salomonicamente dichiarato il Ministro Tremonti ieri al termine del summit con l’entourage di maggioranza,  e su tale assunto l’intero paese sarà d’accordo con lui: se il sistema sanitario italiano, e con esso la vita e la dignità di milioni di persone era già sull’orlo del burrone, con quest’ultima trovata si intravede un passo in avanti.

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