Manovra e spesa sanitaria: cresce il divario tra l’Italia e gli altri paesi europei

Con i tagli previsti entro il 2014, “Rispetto alle nazioni della “Big EU” si raddoppierebbe il gap attuale, che vede la spesa sanitaria italiana già significativamente inferiore alla media”. Chi parla è Spandonaro, economista e coordinatore del Ceis Sanità di Tor Vergata.

Il Governo stima le previsioni di crescita del PIL,fra il 3,1% e il 3,4% annuo da qui al 2014; per quanto fantasiose possano apparire tali stime, se confrontate con il previsto aumento del finanziamento pubblico alla Sanità dello 0,5% per il prossimo anno e del 1,4% in quelli seguenti con una media per il biennio 2013-2014 dello 0,9%, ci si rende conto che nei prossimi tre anni esso si ridurrà ulteriormente dall’attuale 6,7% al 6,3% del PIL.

Su chi ricadranno le spese? E’ abbastanza intuitivo: ovviamente i cittadini  pagheranno direttamente di tasca loro maggiori ticket e molto probabilmente verranno istituite nuove tasse regionali o aumentate quelle attuali al fine di coprire i disavanzi.  “Per mantenere i livelli di spesa sanitaria (pubblica e privata) attuali che si attestano a circa il 9% del PIL, come si è detto le famiglie direttamente e indirettamente dovranno sborsare circa 10 miliardi, ovvero circa 500 euro annui a nucleo familiare” spiega Spandonaro, ed al quesito “chi pagherà il conto” risponde “certamente i cittadini del meridione e del Lazio, Regioni dove si concentrano i disavanzi e quindi dove maggiore dovrà essere il prelievo compensativo”.

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