Mamma multitasking? Attenzione ai figli: possono diventare ribelli

Iperattive, stacanoviste, sempre attente: sembrano quasi sfiorare la perfezione alcune “supermamme” di oggi. Se da un lato, una madre quasi impeccabile può risultare una risorsa preziosa, bisogna però stare attenti al rischioso rovescio della medaglia

mamma Come recita un detto popolare, “Il troppo stroppia”: la saggezza dei nostri anziani non sbaglia mai. Nemmeno nel caso in questione, ovvero quello della mamma sempre pronta ad ogni evenienza, a casa come nel mondo esterno. Attenta all’istruzione, alla salute, alla cura del proprio pargolo, la supermamma è una specie rischiosa sia per se stessa che per i propri figli.

Gli esperti lo confermano: dietro a tanta efficienza si nasconde una bassa autostima, che affonda le radici sin dall’infanzia. “Dietro alla manipolazione, alla massima organizzazione, alla perfezione a tutti i costi ci sono gravi rischi psicologici: da una parte ci può essere il delirio di onnipotenza dall’altro il senso di inferiorità e inadeguatezza – spiega lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, intervistato dall’Adnkronos – C’è il bisogno di sentirsi insostituibili, perfetti e naturalmente questo implica una condizione sottostante di ansietà e terrore del giudizio negativo da parte degli altri. Più si è vincolati da questo – continua lo psichiatra – Da qualcosa che può abbattere la nostra autostima, più si tende a fare di tutto per essere insostituibili e perfetti in modo che nessuno possa criticarci e fare a meno di noi”.

Alla base di un atteggiamento così compulsivo, precisa l’esperto, c’è  quindi un enorme complesso di inferiorità da parte della genitrice. “Aver avuto una madre o un padre che ti hanno fatto sempre sentire inadeguato e mai all’altezza può portare a un tentativo compensatorio – sottolinea Di Giannantonio, che lancia però un allarme significativo – I bambini educati da una madre troppo presente, invasiva e pervasiva possono reagire in due modi: o con l’identificazione, cercando di replicare il modello oppure sviluppando una reazione opposta che lo porta alla ribellione all’autorità e al potere. Ciò pone le premesse per comportamenti anti sociali“.

Una madre onnipresente può, dunque, portare il proprio bambino ad attraversare un confine pericoloso, rendendolo irrequieto. L’opinione dello psichiatra è ampiamente condivisa da Alberto G. Ugazio, direttore del Dipartimento Medicina pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù, che rincara la dose: “Una madre leader in generale può essere una cosa positiva, ma quando si trasforma in un’istitutrice le cose cambiano. Le madri iperattive e iperdirettive, che organizzano in modo frenetico, sempre e comunque, il tempo dei loro figli, fanno pensare quanto quelle che abbandonano i loro figli a se stessi perché troppo prese dal lavoro. I più piccoli – precisa Ugazio – hanno bisogno del loro tempo per pensare, tempo per loro stessi. L’ideale ovviamente è quel giusto equilibrio perché la stimolazione è più che giusta ma quando diventa eccessiva può diventare una sorta di corsa suicida”.

Qual è, allora, il comportamento più corretto da mettere in pratica con i bambini per non creare dei veri e propri “mostri”? Qualche piccola dritta la fornisce il pediatra Italo Farnetani. “Lasciare i bambini abbandonati a sé stessi come dei selvaggi secondo una cultura post sessantottina del vietato vietare non va bene – premette il dottore, sottolineando che il rischio di adottare questo comportamento opposto a quello precedentemente descritto (ma ugualmente lesivo per il pargolo) è altrettanto frequente nei genitori di oggi – L’educazione giusta prevede dei limiti, una strada tracciata, dei paletti che vanno spiegati, una traccia educativa insomma condivisa da entrambi i genitori che devono trasmettere sicurezza ai propri figli. La più bella attività per un bambino è quella di stare con i propri genitori. Quando non è possibile sono dell’idea che sia meglio organizzare attività ludiche, sia fuori che dentro casa, perché i più piccoli da soli si annoiano e la solitudine fa male. Mamma e papà – conclude il pediatra – Devono far capire ai figli che sono protetti senza comunque condizionarli“.

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