Libertà nazionale di apertura Farmacie: Retromarcia di Bruxelles

L’Italia non è l’unica nazione europea in cui la legge prevede che il numero di farmacie in une determinata area vada stabilito sulla base di criteri demografici. A quanto pare anche in Francia, Germania, Austria, Portogallo, Bulgaria e Spagna vige una legislazione analoga costata a questi paesi, tra il 2003 ed il 2008, la procedura d’infrazione per violazione delle libertà di stabilimento , a causa delle norme nazionali che limitano proprietà e apertura delle farmacie.

La Commissione Europea avrebbe preso atto della legittimità della norme nazionali sulla base di due sentenze della Corte di Giustizia che nel maggio del 2009 e del 2010 hanno dato torto a  Bruxelles  nelle cause contro Italia e Asturie (Spagna), evidenziando che tali norme trovano fondamento nella giustificata preoccupazione di tutelare il diritto alla salute.

Nel caso della comunità autonoma delle Asturie però le norme locali prevedevano come ulteriore requisito determinante nell’assegnazione di nuove titolarità l’aver esercitato per un dato periodo di tempo la professione all’interno del medesimo territorio, discriminando di fatto i farmacisti  cittadini di altri Stati membri che avessero prevalentemente operato in stati diversi. Quest’ultimo requisito è stato pertanto bocciato dalla Corte di Giustizia.

Anche le procedure aperte nei confronti delle altre nazioni sotto il mirino delle istituzioni comunitarie sono in via di cancellazione, dopo approvazione di tutti i commissari europei.

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