La simpatia del medico? Aiuta i pazienti a stare meglio

I pazienti che si rivolgono e sono seguiti da un medico sensibile ed empatico ottengono risultati migliori e incontrano meno complicanze di quelli curati da un medico autorevole ma distaccato. E’ il risultato di un consistente studio  condotto da ricercatori della Thomas Jefferson University (Usa) e della Asl di Parma, pubblicato su ‘Academic Medicine’,  che è il follow-up di un precedente lavoro dei ricercatori americani effettuato nel 2011 su 891 diabetici e 29 medici.  Spiega Mohammadreza Hojat della Jefferson University: “Questo nuovo, grande studio di ricerca ha confermato che una  relazione medico-paziente empatica è un fattore importante per risultati positivi nella clinica. Rispetto al nostro primo studio, questo include un numero molto maggiore di pazienti e medici”, con una mole di dati che “permetterà di  generalizzare i risultati nelle diverse culture, e nei diversi sistemi sanitari”. Il team di ricercatori americani e italiani ha esteso l’analisi della relazione tra empatia del medico ed esiti clinici a ben 20.961 pazienti diabetici, seguiti da 242 medici di medicina generale Italiani. Hanno misurato l’empatia nel contesto della formazione medica e della cura del paziente per tutti i medici usando la Jefferson Scale of Empathy (Jse), che comprende 20 elementi, e quindi hanno utilizzato i risultati di due esami medici, il test emoglobina A1c e i livelli di colesterolo, riscontrando un’associazione diretta tra un punteggio più alto del Jse da parte del medico e un migliore controllo di emoglobina A1c e colesterolo nei rispettivi pazienti. Inoltre hanno ottenuto un risultato evidente anche analizzando la presenza di complicanze metaboliche acute tra i pazienti, che hanno portato questi ultimi in ospedale nel corso del 2009: i medici del gruppo più empatico hanno totalizzato un tasso inferiore di pazienti con complicanze metaboliche acute. Ad esempio,  i dottori con i livelli più elevati nella classifica dell’empatia hanno avuto 29 (su 7.224) pazienti ricoverati in ospedale, contro i 42 (su 6.434) dei colleghi con i punteggi più bassi. “I risultati di questo studio hanno confermato la nostra ipotesi che l’empatia del medico, misurata con uno strumento validato, è significativamente associata con l’incidenza di gravi complicanze metaboliche nei pazienti diabetici”, conclude Hojat.
Fonte: Adnkronos Salute

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