La memoria ai tempi di Internet : conseguenze cognitive delle informazioni a portata di mouse

Lo sviluppo della rete ha reso l’accesso alle informazioni talmente semplice  che ormai, ogni volta in cui ci si trovi davanti ad un interrogativo di qualsivoglia natura, il problema di provare a ricordare la risposta non si pone neanche.

Il primo pensiero che sorge spontaneo  fa riferimento alla tastiera, tramite la quale sfruttare i sofisticati algoritmi dei motori di ricerca che in una frazione di secondo saranno in grado di fornirci una mole di informazioni che spesso va ben oltre i nostri auspici.

Una ricerca effettuata da alcuni ricercatori dei dipartimenti di Psicologia della Columbia University di New York, della Harvard University e della Wisconsin–Madison University e pubblicata il 14 luglio sulla rivista “Science”, dimostra che quando le persone sanno di poter avere facile accesso in futuro alla medesima informazione, hanno minori probabilità di ricordare l’informazione in sé, mentre ricordano più facilmente il “sito”  ( inteso come luogo virtuale, sito internet o cartella in un hard disk) in cui andarla a reperire.

Internet è diventata la prima fonte di “memoria esterna” dove l’informazione è depositata al di fuori di noi stessi. Andrebbe più appropriatamente definita “memoria transattiva”, ossia quel processo tramite il quale fin’ora abbiamo fatto affidamento su familiari, amici o colleghi come “storage system” di informazioni in nostra vece.

La Dott.ssa Sparrow della Wisconsin–Madison University, in un’intervista al New York Times dice chiaramente che gli effetti di internet sulla memoria umana sono tutt’ora il larga misura inesplorati;  dato certo è che la mente umana si sta progressivamente adattando alle nuova tecnologie di comunicazione.

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