L’immunoterapia, svolta epocale nella lotta di numerosi tipi di tumore

Si preannuncia una svolta epocale nell’ambito di tutta l’oncologia. L’immunoterapia al centro del Congresso della Società Europea di Oncologia medica (Esmo), rivela la sua efficacia su un numero sempre maggiore di tumori

immunoterapia

L’immunoterapia, basata sull’utilizzo del sistema immunitario come arma letale nella battaglia contro i tumori, rivela la sua efficacia su un numero sempre più grande di tumori. Dati incoraggianti in tal senso sono emersi dalla cospicua quantità di studi e dati resi noti al Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo), di cui l’immunoterapia è stata protagonista. La rivoluzionaria cura contro il cancro, oltre che  quello al polmone, al fegato e ai melanomi, si sta rivelando in grado di contrastare anche i tumori della testa e del collo, del rene, della vescica, mielomi e alcuni linfomi. I suoi benefici non sembrano mancare nemmeno nel trattamento di tumori rari come i sarcomi o i tumori pediatrici, così almeno, testimoniano le recenti sperimentazioni. “Una svolta epocale nell’ambito di tutta l’oncologia”, è in questi termini che gli esperti parlano della portentosa terapia, capace non solo di far registrare miglioramenti significativi ma anche a lungo termine. Di già fondamentale il suo contributo nella lotta contro il tumore al polmone, ambito in cui l’immunoterapia ha fatto registrare una riduzione del 47% del rischio di mortalità grazie all’impiego di una nuova molecola. Recenti studi dimostrano quanto essa possa essere decisiva anche nella battaglia contro il tumore del testa-collo recidivo o metastatico: lo studio CheckMate-141 ha evidenziato come in questi pazienti la molecola immunoterpica nivolumab abbia stabilizzato i sintomi ed il tempo medio per il deterioramento dello stato di salute è quasi triplicato, con 9,1 mesi contro 3,3 mesi con altre terapie. Meno tossica della chemioterapia, l’immunoterapia è oggi ancora più efficace grazie all’azione coordinata tra molecole. La combinazione di due immunoterapici (nivolumab e ipilimumab) ha portato ad esempio a risultati importanti contro il cancro al rene: il 70% dei pazienti con tumore al rene metastatico trattati con la combinazione è infatti vivo a due anni, come dimostrano i risultati aggiornati dello studio CheckMate-016.

 

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