Infezione da HIV: nuove speranze dalle cellule staminali

La comunità scientifica internazionale aveva già posto l’attenzione sul tema nel 2010 quando un paziente tedesco positivo all’Hiv e malato di leucemia, dopo aver subito un trapianto di cellule staminali non ha più riportato positività al virus.

I medici in quell’occasione ritennero plausibile che il donatore ricadesse in quella rara casistica di persone che, grazie ad una mutazione del proprio DNA risultano immuni al virus.

Da allora vari gruppi di ricerca hanno effettuato vari tentativi con lo scopo di riuscire a modificare geneticamente le cellule staminali umane per combattere il virus con successo all’interno dell’organismo.

Uno studio pubblicato ieri sulla rivista PLOS Pathogens e condotto da ricercatori californiani costituisce una nuova pietra miliare in quest’ambito. Il Prof. Scott G. Kitchen e collaboratori hanno modificato cellule staminali ematopoietiche umane in maniera tale da farle differenziare in Linfociti T citotossici, quella componente del sistema immunitario che attacca il virus inibendone la replicazione senza però riuscire ad eradicarlo.

Grazie ad una modifica sulla loro superficie cellulare consistente nell’aumentata espressione del recettore responsabile dell’attacco al virus, gli scienziati hanno prodotto dei linfociti T in grado di uccidere il virus.

Ciò è stato dimostrato trapiantando tali linfociti modificati in topi infetti. Si tratta di un primo passo fondamentale con l’obbiettivo di sperimentare al più presto la nuova metodologia sull’uomo.

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