In Italia, ben 17 mila nati in meno: l’infertilità è soprattutto maschile

In Italia è calo di nascite. Registrati, nel 2015, ben 17mila nati in meno. L’infertilità, nel 50% dei casi, è maschile. Nessuna attenzione per screening e prevenzione, i primi sintomi già a 18 anni

L’infertilità sembra essere in crescente aumento e, in Italia, il dato riguarda soprattutto gli uomini. Secondo un’analisi relativa al 2015, sono ben 17mila i nati in meno rispetto agli scorsi anni e nel 50% dei casi, la responsabilità è tutta da attribuire agli uomini. Tra i fattori principali del calo delle nascite e dell’incidenza sempre più crescente dell’infertilità, troviamo la poca attenzione per la prevenzione e la mancanza di attenti screening, fondamentali per l’individuazione di eventuali patologie. A differenza della donna infatti, sempre più attenta nell’effettuare controlli periodici dal ginecologo, l’uomo tende a sottovalutare il rischio di infertilità, continuando a svolgere attività dannose per la salute riproduttiva e conducendo stili di vita che tendono a favorire l’insorgere del problema. E’ bene che la prevenzione si inizi fin da giovanissimi. Secondo gli esperti infatti, le prime patologie legate al rischio di infertilità, nel 25-30% dei casi, si presentano nel giovane uomo, già a partire dai 18 anni. Causa principale del cattivo funzionamento dell’attività riproduttiva maschile, sono la riduzione del numero di spermatozoi nonché della loro motilità. A favorire una simile condizione, sono stili di vita scorretti e poco salutari quali l’assunzione di alcol, fumo e droghe, nonché il consumo di anabolizzanti o condizioni fisiche di obesità. Altro fattore dalle notevoli ripercussioni sulla fertilità, è l’età nella quale si diventa padri. In Italia, infatti, le coppie tendono ad avere il primo figlio in età già abbastanza avanzata. La scienza viene incontro alle coppie infertili, attraverso tecniche sempre più specifiche, mirate al miglioramento della qualità e della quantità del numero di spermatozoi, al fine di favorire sia la fecondazione naturale che quella in vitro. Tra le terapie più efficaci, gli esperti indicano quella a base di sostanze antiossidanti – alla quale sottoporsi almeno per 60/70 giorni – che agisce sul liquido seminale, riducendo la concentrazione di radicali liberi principali responsabili della condizione di infertilità.

 

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