Guarire dall’Epatite e sopravvivere all’AIDS: nuove strategie e prospettive future

Le due patologie sono strettamente connesse tra loro, infatti circa il 30% delle persone con Hiv ha contratto anche il virus dell’epatite C. Le analoghe vie di trasmissione incrementano i rischi di coinfezione.

A complicare il quadro dell’impatto sociale delle due infezioni è l’evidenza statistica che molte persone sono positive ai due virus ma non sanno di esserlo, pertanto non si curano, rendendo vani i progressi che la farmacologia ha effettuato negli ultimi anni in questo campo.

E’ quanto emerge a un convegno tenutosi martedì 8 maggio presso l’istituto Superiore di Sanità dal titolo “Hiv & Hcv: due storie parallele. Le sfide future”.

Nelle persone sieropositive il danno epatico progredisce più rapidamente, pertanto, nonostante le terapie antiretrovirali abbiano diminuito la mortalità da Hiv/Aids, i dati dimostrano che un settimo dei decessi in pazienti sieropositivi è causato dall’infezione epatica.

Per quanto concerne la ricerca farmacologica, Stefano Vella, direttore del dipartimento del Farmaco dell’Iss e da poco nominato al vertice delle linee guida Hiv dell’Oms, in un intervista al Corriere della Sera  si esprime in questi termini: “chiedendo anche un aiuto all’ingegneria genetica, bisogna mettere in atto nuove strategie, studiare nuovi farmaci e combinare diversamente quelli a disposizione”.

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