Gran Bretagna: Tassare gli interventi di chirurgia estetica non dovuti a ragioni mediche

L’intervento garantirebbe al governo Cameron un introito di 500 milioni di sterline l’anno, però ha già suscitato l’indignazione  dei chirurghi estetici,  dei pazienti/clienti, e dell’industria cosmetica nel suo complesso che a tal proposito ha già coniato il termine di “boob tax” , letteralmente, “tassa sulla tetta”.

In un’intervista al  “Daily Mail” Fazel Fatah, presidente della “British Association of Aesthetic Plastic Surgeons” invita a rendersi conto del danno che in questo modo si arrecherebbe a molti pazienti, in quanto la proposta in questione generalizzerebbe l’assunto secondo cui ogni intervento di correzione dell’aspetto fisico non sarebbe in realtà necessario dal punto di vista medico.

Gli addetti ai lavori pertanto si interrogano in merito a quale possa essere la linea di demarcazione tra un intervento ritenuto futile, ed un altro che invece avrebbe ricadute estremamente positive per il paziente dal punto di vista psicologico e che , se non eseguito lascerebbe il soggetto in una condizione di forte vulnerabilità mettendone a rischio l’autostima ed una vita sociale gratificante.

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