Frodi Alimentari: olio di oliva e succo d’arancia tra i più adulterati, creato negli USA nuovo database

Non è sempre semplice per un’autorità deputata al controllo di igiene e sicurezza degli alimenti identificare le sofisticazioni subite da un determinato tipo di cibo o bevanda in commercio, ed i consumatori corrono spesso il rischio di acquistare prodotti contenenti sostanze la cui assunzione potrebbe costituire un pericolo per la salute a breve o lungo termine.

La contraffazione di prodotti nella catena alimentare può avvenire a vari livelli e con pressoché infinite possibilità di intervento, considerato il virtualmente illimitato quantitativo di sostanze adulteranti utilizzabili, che vengono scelte soprattutto sulla base della loro scarsa rilevabilità dalle analisi di routine.

I controlli odierni vengono condotti allo scopo di accertare l’assenza di ingredienti specifici e sono particolarmente efficaci nel rilevare la presenza di sostanze già note per il loro utilizzo in quest’ambito; il quadro si complica nel momento in cui l’ingrediente utilizzato non sia tra i “sospettati”.

La rivista scientifica “Food Science” ha da pochi giorni pubblicato un database made in USA che, oltre a raccogliere la maggior parte delle informazioni ufficiali in materia ( provenienti dalla letteratura scientifica e report governativi), comprende tutta una serie di linee guida e metodologie atte a determinare l’autenticità, l’identità e la purezza degli ingredienti di un alimento, anziché l’assenza di sostanza adulteranti.

In altre parole, la strategia di analisi sarà volta a stabilire quantità e qualità degli ingredienti che devono essere presenti in un determinato alimento piuttosto che ciò che dovrebbe essere assente.

Si tratta del primo vero e proprio database comprendente la maggior parte dei report relativi alle frodi alimentari  definite “economically motivated adulteration”. E’ stato creato per iniziativa dei ricercatori dell’organizzazione scientifica no profit “U.S. Pharmacopeial Convention “(USP) in collaborazione con la Michigan State University .

Dall’analisi di tutti i dati disponibili è emerso che i cibi che più di frequente subiscono contraffazioni sono olio d’oliva, latte, succo d’arancia, succo di mela miele, zafferano e caffè.

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