“Fertility Day”: l’indignazione del web per la campagna sulla fertilità promossa dalla Lorenzin

Clamore ed indignazione diventano protagonisti sul web. A generarli, la campagna promossa in vista del “Fertility Day” previsto per il 22 settembre,  una giornata dedicata alla sensibilizzazione sul tema della fertilità e sul rischio della denatalità, in cui il Ministro Lorenzin invita le giovani coppie a fare figli e in fretta. L’iniziativa di certo non è passata inosservata, ma si preannuncia essere un vero flop. Scopriamo perché

fertilityday

Mancano ancora tre settimane al cosiddetto “Fertility Day”, ma il tema è da qualche ora, protagonista sul web e sulle più importanti testate giornalistiche del Paese. Le città di Roma, Bologna, Padova e Catania – il 22 settembre – si faranno teatro di numerose iniziative, tra cui ben quattro tavole rotonde, tutte dedicate alla sensibilizzazione sul tema della fertilità e sul rischio di denatalità. Il progetto nasce da un  documento del Ministero della Salute intitolato ” Piano nazionale per la fertilità”, pubblicato nel maggio del 2015, per «informare i cittadini sul ruolo della Fertilità nella loro vita, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio». L’iniziativa prevede infatti, corsi di aggiornamento per medici, campagne sui giornali e nelle scuole attraverso volantini illustrativi, giochi sul tema e cartoline di propaganda. A muovere l’indignazioni di migliaia di utenti sul web nei confronti di un progetto già messo in campo in Paesi come L’Irlanda e La Nuova Zelanda e i cui risultati sono stati poco fruttuosi, è stato il materiale pubblicitario circolato nelle ultime ore. Nel mirino dell’opinione pubblica, manifesti pubblicitari quali quello in cui appare una ragazza con in mano una clessidra,  accanto alla frase “La bellezza non ha età. La fertilità si”.  E’ corretto parlare della maternità come di un dovere? Della fertilità come di “un bene comune”? La capacità di scelta della donna, in questa campagna, quale posizione occupa? Inoltre, l’invito alla procreazione, quanta possibilità di attecchire ha in un terreno instabile e precario quale quello italiano? Si invita ad una maternità responsabile, ma quanta responsabilità può esserci nella decisione di diventare genitore in giovane età, in un Paese in cui, a trent’anni non si ha ancora la possibilità di vivere dignitosamente in modo autonomo? E la sensibilità nei confronti di quelle donne che pur desiderando di mettere al mondo un figlio, non ne hanno la possibilità, dov’è finita? Domande alle quali il mondo del web ha già dato le sue risposte giudicando l’iniziativa come anacronistica, dittatoriale e mortificante per la donna. Giudizi netti, drastici ed inequivocabili, critiche feroci, voci arrabbiate, che fanno di questa campagna una battaglia persa in partenza, un’iniziativa sterile ed infeconda destinata all’insuccesso. Nel frattempo, il sito dell’iniziativa è stato bloccato.

 

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