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Contrabbando di farmaci falsificati: in Italia, perdite annue di 1,6 miliardi di euro

Il traffico di farmaci contraffatti è un fenomeno pericoloso non solo per la salute ma anche per l’economia. Ogni anno, in Italia, la vendita e l’acquisto di medicinali falsi comporta la perdita di circa 1,6 miliardi di euro l’anno

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Contrabbando di farmaci falsificati: in Italia, perdite annue di 1,6 miliardi di euro

Una relazione dell’Ufficio dell’Unione Europa per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) svela un quadro preoccupante sia dal punto di vista sanitario che economico. Secondo quanto emerso, il contrabbando di farmaci falsificati è sempre più diffuso, sia in Italia che in Europa. Intervenire al fine di elaborare misure adeguate con cui contrastarlo risulta fondamentale. I medicinali contraffatti – che vanno dagli antitumorali agli antidolorifici ad un costo accessibile – rappresentano una grave minaccia per la salute a causa della loro tossicità. Ripercussioni non meno pesanti e pericolose si fanno sentire in ambito economico. Le mancate vendite del settore farmaceutico italiano legate al contrabbando di farmaci contraffatti, nello stivale, causano una perdita annua di ben 1,59 miliardi di euro – pari al 5% delle vendite dell’industria italiana dei farmaci. Un gap economico davvero pesante che grava direttamente sulle spalle dei lavoratori con una perdita di 3.945 posti di lavoro diretti. In generale, in Europa, a causa del contrabbando di medicinali falsi si perde il 4,4% delle vendite legittime di prodotti farmaceutici, per un deficit complessivo di 10,2 miliardi di euro annui nel settore farmaceutico dell’UE. Le ingenti perdite economiche inoltre, influiscono in modo diretto sulla vita dei lavoratori. Produttori e distributori di farmaci, a causa della contraffazione, impiegano meno personale di quello che sarebbe necessario a pieno regime. Ne risulta che i posti di lavoro in meno in Europa, sono ben 37.700.  Una crisi, quella del settore farmaceutico, che influisce pesantemente anche su altri fattori dell’economia europea, attraverso una reazione a catena che determina la perdita ulteriore di 53.200 posti, nonché imposte sul reddito delle famiglie, contributi previdenziali, prelievi fiscali sulle imprese che, in Europa, fanno registrare una perdita annua complessiva di 1,7miliardi di euro l’anno.

 

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