Chirurgia robotica: a Torino, primo intervento al mondo di nefrectomina con sistemi robotici

Effettuato, presso l’Ospedale Molinette di Torino, il primo intervento al mondo di nefrectomia tramite chirurgia robotica. Due le vite salvate, quella della donatrice e quella del paziente: il rene esportato è stato successivamente trapiantato in un paziente in dialisi

La medicina si apre a nuove grandi opportunità offerte dalle moderne tecnologie, ed in particolare dalla robotica. Sofisticati sistemi robotici sono ormai in grado di eseguire complessi interventi chirurgici, attraverso il controllo del medico, in modo preciso, accurato ed efficace. L’Italia, in fatto di chirurgia robotica, sembra fare da vera apripista. Realizzato, per la prima volta al mondo, presso l’Ospedale Molinette di Torino, un intervento di nefrectomia (esportazione di rene) con la tecnica della chirurgia robotica poi seguita da un successivo trapianto in un paziente in dialisi. Un importante ed innovativo intervento che ha portato alla salvezza di ben due vite, quella della donatrice e quella del destinatario. L’esportazione infatti,  è avvenuta da una paziente portatrice di rene ectopico pelvico, anomalia congenita causa di dolore cronico ed infezioni. Il rene, ben funzionante ma destinato allo scarto, è stato successivamente trapiantato in un paziente di 51 anni in dialisi. La chirurgia robotica è stata determinante per la buona riuscita dell’intervento di rimozione del rene, soprattutto per la posizione anomale dell’organo, a stretto contatto con l’utero e dalla complessa vascolarizzazione. Ad eseguire la nefrectomia con tecnica robotica, il professor Paolo Gontero, direttore dell’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, insieme al dottor Alessandro Greco e dagli anestesisti Alessandra Davi ed Elisabetta Cerutti. “La chirurgia robotica – ha affermato Gontero – è stata fondamentale in questa particolare situazione. L’aiuto del robot ha permesso l’accuratezza chirurgica necessaria in un intervento così delicato”. Il trapianto è tecnicamente riuscito e il paziente che ha ricevuto il rene è stato sganciato dalla dialisi e le sue condizioni sono in costante miglioramento.

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