Biologia molecolare e genetica in aiuto contro il cancro al polmone

Una terapia che sia attinente alle caratteristiche genetico-molecolari di un tumore è un passo in avanti di inestimabile valore in una prospettiva di ottimizzazione dei risultati delle cure, in termini di efficacia e contemporanea riduzione degli effetti collaterali; Il tutto si traduce in un drastico miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

In occasione del 13° Congresso Nazionale GOIM-Gruppo Oncologico Italia Meridionale, tutt’ora in corso a Bari nella sua giornata conclusiva, si è discusso del trattamento del tumore al polmone del tipo “non a piccole cellule” focalizzando l’attenzione sull’evoluzione delle strategie terapeutiche relative a questa patologia.

Filippo de Marinis, direttore dell’unità operativa di Pneumologia Oncologica dell’Ospedale “S. Camillo e Forlanini” di Roma, ha ne ripercorso le tappe fondamentali a partire dagli anni novanta.

Vent’anni fa i punti di riferimento per un approccio terapeutico si basavano esclusivamente sulle caratteristiche cliniche del paziente, per poi differenziarsi sulla base del tipo istologico di tumore, arrivando infine all’odierno utilizzo di specifici “markers molecolari”, che nel caso specifico del tumore non a piccole cellule, hanno consentito di individuare in quali pazienti si sia verificata una mutazione  della frazione tirosinkinasica del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR).

A questo punto entrano in gioco i progressi della Farmacologia concretizzatisi nella messa a punto di un nuovo farmaco, il gefitinib, in grado di bloccare selettivamente la frazione recettoriale incriminata.

Un esempio inconfutabile di come dall’analisi genetica, si possa preventivamente stabilire se un paziente risponderà o meno positivamente all’assunzione di un farmaco.

“Ciò consente” prosegue De Marinis “di aumentare la risposta al trattamento, di raddoppiare la sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS), diminuendo in pari tempo la tossicità legata al trattamento e consentendo una palliazione più rapida ed efficace dei sintomi rispetto alla chemioterapia”

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