Antidolorifici: un consumo incontrollato aumenta le probabilità di rischio di arresto cardiaco

Un elevato consumo di antidolorifici aumenta le probabilità di incorrere in un arresto cardiaco. A testimoniarlo, una ricerca danese pronta a porre l’accento sulla pericolosità dei farmaci antidolorifici, venduti senza obbligo di ricetta, avvertimenti o limitazioni al pubblico

Un incontrollato utilizzo di antidolorifici aumenta il rischio di incorrere in un arresto cardiaco. A testimoniarlo, una ricerca danese tesa a sottolineare la pericolosità di farmaci antidolorifici quali l’ibuprofene e diclofenac, venduti senza obbligo di ricetta, senza limitazioni né avvertimenti al pubblico e per questo ritenuti innocui e sicuri per la salute. Secondo quanto emerso dallo studio danese – pubblicato sull’European Heart Journal, Cardiovascular Pharmacotherapy – medicinali quali il Diclofenac e Ibuprofene che in passato erano già stati associati ad un aumento del rischio cardiovascolare, determinerebbero  un aumento rispettivamente del 50% e del 31%, del rischio di arresto cardiaco. Oggetto di analisi da parte degli esperti, sono stati 28.947 casi di arresto cardiaco verificatisi in Danimarca in un arco di tempo di 10 anni. Tra di essi, nel corso dei 30 giorni precedenti l’infarto, 3.376 sono stati trattati con un antinfiammatorio non steroideo (FANS). Ibuprofene e diclofenac sono risultati i FANS usati più di frequente, costituendo rispettivamente il 51% e il 22% del totale dei Fans impiegati. Mentre il Naproxene è risultato essere il più sicuro tra tutti i FANS, il Diclofenac si è classificato come l’antidolorifico più rischioso per la salute del cuore, tanto da far registrare un aumento del rischio di arresto cardiaco pari al 51%. Tale dato ha portato gli esperti ad affermare che sarebbe meglio evitarne l’utilizzo, soprattutto per i soggetti già affetti da problemi cardiovascolari. Per quanto riguarda l’Ibuprofene invece, la dose giornaliera consigliata è pari ad un massimo di 1200mg al giorno.

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