Anteprima. Ecco il regolamento con i nuovi standard ospedalieri

Inviato da Balduzzi alla Stato Regioni lo schema di regolamento che fissa i nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per l’assistenza ospedaliera. I nuovi standard serviranno anche ad individuare quali letti tagliare per raggiungere lo standard di 3,7 letti per 1000 abitanti stabilito dalla spending review.

07 NOV – Tra le norme più controverse della spending review di Monti riguardanti la sanità, figura certamente il taglio dei posti letto ospedalieri che dovranno scendere a un livello di 3,7 letti ogni mille abitanti. Un ridimensionamento della rete ospedaliera di diverse migliaia di letti (le stime variano tra i 20 e i 27 mila letti da tagliare rispetto alla dotazione attuale).    La stessa spending review prevedeva però che il taglio si adottasse in conformità con nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per l’assistenza ospedaliera, così da garantire un taglio razionale e più equilibrato possibile rispetto alle esigenze di assistenza, considerando anche la stessa spending prevede che i tagli non siano random ma per intere unità di struttura complessa colpendo quelle che hanno bassi indici di attività.    Questi standard dovevano essere fissati da apposito regolamento del ministero, d’intesa con la Stato Regioni, da varare entro il 31 ottobre 2012. La scadenza stabilita dalla spending review è passata sotto silenzio, poi ieri lo stesso Balduzzi ha anticipato ai giornalisti che il testo del regolamento era pronto ed era già stato inviato alle Regioni. Eccolo in anteprima.    Finalità primaria dei nuovi standard, a parte quella di dare indicazioni sulle modalità con cui attuare il taglio dei posti letto per ricondurli al nuovo rapporto con la popolazione e al nuovo tasso di ospedalizzazione, è quella di definire meglio la funzione ospedaliera alla luce dei nuovi bisogni e della integrazione con la medicina territoriale.

Le nuove tipologie ospedaliere A tal fine vengono anche ridefinite le tipologie di ospedale declinate per complessità e intensità di cura:  – ospedale di base, con un bacino di utenza tra 80 mila e 150 mila abitanti, con Pronto Soccorso e un numero limitato di specilità;  – ospedale di I livello, con bacino d’utenza tra 150 mila e 300 mila abitanti, ospitano un Dipartimento di emergenza (DEA) e un numero più elevato di specialità complesse;  – ospedale di II livello, con bacino d’utenza tra 600 mila e 1.200 mila abitanti, dotati di DEA di 2° livello. Queste strutture sono in genere riferibili alla Aziende Ospedaliere del Ssn o Univesitarie, a taluni Irccs e a presidi ospedalieri di grandi dimensioni ma ancora all’interno dell’Asl.  Per ciascuna tipologia d’ospedale sono quindi fissati appositi standard qualitativi, funzionali e organizzativi.

I criteri per il taglio dei posti letto. Gli standard fissati dalla spending review (3,7 letti per mille abitanti e tasso di ospedalizzazione del 160 per mille abitanti), saranno conseguibili intervenendo concretamente sull’indice di occupazione del posto letto che il regolamento indica su valori minimi del 90%.  Bisognerà poi tener conto anche della durata media di degenza che per i ricoveri ordinari deve essere mediamente inferiore ai 7 giorni.  Per il calcolo della riduzione dei letti (da adottare entro il 31 dicembre 2012) il regolamento precisa poi che:  – la popolazione di riferimento dovrà essere quella usata per il riparto del Fsn (popolazione pesata per il macrolivello dell’assistenza ospedaliera);  – si dovrà tener conto della mobilità attiva e passiva (meno tagli nelle regioni che attirano pazienti);  – sono equivalenti ai fini del rapporto PL/AB i posti di residenzialità presso strutture sanitarie territoriali, comunque classificate e denominate, per i quali le regioni coprono un costo giornaliero a carico del Servizio sanitario regionale pari o superiore ad un valore soglia pari alla tariffa regionale giornaliera corrisposta per la giornata di lungodegenza ospedaliera (con alcune eccezioni indicate nel regolamento stesso).

La valutazione dei volumi e degli esiti delle cure Ma il destino degli ospedali è anche affidato alla qualità. Il regolamento prevede infatti che si debba tener conto sia dei volumi che degli esiti di attività, facendo espressamente riferimento al Programma di valutazione dell’Agenas. Per farlo saranno però individuate soglie minime sia per i volumi che per gli esiti da definire entro 6 mesi dall’approvazione del regolamento.  Nelle more delle nuove soglie vengono comunque indicati alcuni valori di riferimento di cui dovranno tener conto da subito ospedali pubblici e privati. In particolare sono indicate le soglie minime per volumi in sei tipologie di prestazioni (dal carcinoma alla mammella al by pass aortocoronarico) e sette tipologie di prestazioni per valori soglia di esito (dalla proporzione di tagli cesarei alla durata dell’ospedalizzazione per colicistectomia laparoscopica).

 www.quotidianosanità.it

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