Al via una campagna internazionale contro l’aborto non sicuro, principale causa di morte tra le donne

Al via una campagna internazionale contro l’aborto non sicuro, principale causa di morte tra le donne in età fertile: presentata una lettera al segretario generale Ban Kii-Mon, affinché il 28 settembre venga riconosciuto come giornata Onu per il diritto all’aborto sicuro

Sono ben 1.800 i gruppi e le associazioni – provenienti da 115 Paesi – i fautori della campagna internazionale per contrastare la diffusione della pratica dell’aborto non sicuro. Secondo le stime, sono oltre 43mila le donne morte così nel mondo nel 2013, pari al 14,9% di tutte le morti materne. Dati davvero allarmanti che testimoniamo la vergognosa realtà che vede l’interruzione volontaria di gravidanza esercitata in condizioni non sicure, come la prima causa di morte mondiale delle donne in età fertile. Un network internazionale di associazioni e volontari ha inviato una lettera al segretario generale Ban Kii-Mon,  affinché le Nazioni Unite riconoscano il 28 settembre come giornata ufficiale Onu per il diritto all’aborto sicuro. Nonostante l’aborto venga spesso presentato come un intervento chirurgico pericoloso, in realtà – assicurano le associazioni – si tratta di una delle procedure mediche che, se eseguita da operatori formati e con le dovute condizioni igieniche, è tra le più sicure. A testimonianza di ciò, troviamo le statistiche degli Usa, paese in cui l’interruzione di gravidanza è legale. Qui, meno dell’1% di tutte le pazienti ha complicazioni gravi, e il rischio di morte è 10 volte minore di quello del parto. Nonostante questo, al mondo, sono milioni i casi in cui le interruzioni di gravidanza vengono eseguite in condizioni poco sicure, determinando complicazioni che minano a tal punto la salute della donna, da portarla, nella maggior parte dei casi, alla morte. Al centro delle richieste della rete di associazioni, il tema della libertà di scelta della donna e la necessità che l’accesso all’aborto venga visto come un diritto e non una pratica illegale.

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