Aiuto! Mio figlio è caduto nella rete! Social network, cache, blog, chat, forum, facebook, youtube …

Sono mamma di un quattordicenne piuttosto riservato con un carattere piuttosto timido e schivo. Da qualche tempo lo vedo passare molte ore davanti alla tastiera del computer e quando cerco di avvicinarmi per controllare ciò che sta facendo lo vedo irrigidirsi cambiare subito pagina non dandomi modo e tempo di capire dove sta navigando o con chi chatta. Alla sua età non sarebbe preferibile uscire con gli amici o fare qualche passeggiata in centro come si faceva ai miei tempi, o effettivamente il nuovo modo per socializzare oggi passa attraverso uno schermo?

Giulia L.

Il cambiamento nella fase evolutiva adolescenziale è notevole; l’aspetto fisico muta velocemente così come cambia lo sviluppo cognitivo emozionale ed affettivo. I ragazzi sperimentano “l’evento critico” o crisi adolescenziale, determinato da repentini cambiamenti che implicano una sorta di rottura degli equilibri precedentemente raggiunti, ma che rappresentano una tappa fondamentale per l’acquisizione di una propria identità socialmente riconosciuta. Altra novità importante è l’ingresso nella scuola secondaria, il confronto tra pari, il rapportarsi con nuovi docenti e la necessità di acquisire velocemente le competenze intrinseche e normative del nuovo ambiente scolastico; nuovi luoghi, persone, routines, nuove richieste sia in termini di risultati che di contenuti. Nella ricerca della propria identità attraverso il gruppo dei pari ed attraverso le attività e gli interessi personali, l’adolescente trova nell’ambito scolastico, una terreno fertile, ricco di opportunità da cogliere ma anche nuovo, da esplorare e sul quale misurare se stesso. Questi aspetti entrano a far parte della relazione genitore-figlio. L’adulto è chiamato in ogni momento a fare i conti con questo momento di trasformazione. Si tratta di un cambiamento che coinvolge entrambi i partner, non solo dal lato del figlio ma anche dal lato genitore che vede, in modo ancora più chiaro che in passato, la metamorfosi fisica e relazionale, che si sta compiendo.

Il cambiamento relazionale tra genitori e figli:

Molti genitori lamentano difficoltà nella comprensione dei figli, soprattutto denunciano difficoltà di comunicazione con i ragazzi e forme più o meno evidenti di ribellione ai controlli e alle restrizioni a loro imposte. I genitori chiedono sempre più spesso supporto a proposito della capacità di essere sinergici con i propri figli e di comprendere quali confini mantenere rigidi e quali invece trasformare per farli diventare punto di contatto e di incontro. Particolarmente importante è identificare le principali “convinzioni educative” in base alle quali i genitori impostano i propri rapporti con i figli. Queste credenze influiscono fortemente sul rapporto con i figli, il genitore sperimenta notevole difficoltà nel momento in cui dovrebbe mettersi nei panni dell’altro. L’adulto possiede meno schemi creativi e la difficoltà di relazionarsi con un ragazzo adolescente portato di stimoli diversi, emozioni contrastanti, desideri personali e sociali strutturati fanno vivere al genitore la paura di non potercela fare e a volte anziché chiedere aiuto al partner si va in contrasto con lui perché emergono punti di vista differenti.

Quando chiedere l’aiuto dell’esperto

E’ importante che l’adulto sia consapevole dei limiti del ragazzo, ovvero conosca il mondo che i ragazzi propongono in rete e sappia dare regole chiare rispetto all’utilizzo degli strumenti informatici. Sappiamo che esistono filtri che impediscono la navigazione all’interno di alcuni siti, non solo ma occorre un utilizzo dello strumento informatico rapportato all’obiettivo da raggiungere (lo usa per fare i compiti, lo usa per fare ricerche, oppure gli serve per chattare con gli amici?). Con i bambini soprattutto è utile non abbandonarli durante la navigazione, con gli adolescenti bisognare le strategie necessarie per poter “gettare un occhio” alle loro navigazioni. Non solo ma una relazione mediata da uno strumento informatico rimane deficitaria rispetto allo sviluppo emotivo dei ragazzi e contemporaneamente delle funzioni sociali e relazionali comunemente chiamate “quoziente emotivo”. Sarebbe utile per i genitori frequentare percorsi specifici di apprendimento del linguaggio informatico e di come può essere virtuoso in alcune situazioni mentre deleterio in altre. Non solo ma il computer non risolve le difficoltà relazionale e per questo motivo se permangono tali è utile continuare lo sviluppo di un sano e concreto dialogo tra genitori e figli.

Dott.ssa Elisa Mazzola, Psicologa

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