Tumore della prostata: un uso prolungato dell’aspirina può ridurre il rischio di insorgenza del 40%
Nuove importanti scoperte sul fronte della prevenzione in campo oncologico, in particolare in relazione al tumore della prostata. Secondo un recente studio, un uso prolungato dell’aspirina potrebbe ridurre del 40% il rischio di insorgenza di questa tipologia di cancro, il più frequente nella popolazione maschile italiana
Il tumore alla prostata è quello più incisivo nella popolazione maschile italiana, tanto che per quest’anno se ne prevedono circa 35mila nuovi casi. Ad esserne maggiormente colpiti sono i cinquantenni, il rischio aumenta con l’avanzare dell’età. Un recente studio, presentato oggi, 28 novembre, in occasione del 33esimo Congresso nazionale della Simg e condotto proprio dalla Società Italiana di Medicina Generale (Simg) su 13.453 pazienti affetti da malattie cardio – vascolari, porta nuove speranze nel campo della prevenzione e nella lotta relativa a questa neoplasia. Secondo quanto emerso, l’impiego dell’aspirina per lunghi periodi di tempo, potrebbe ridurre del 40% il rischio di insorgenza del tumore alla prostata, protezione che potrebbe addirittura salire al 60% a seguito di un’assunzione regolare della durata di almeno cinque anni. L’aspirina è un farmaco aggregante e antiinfiammatorio che blocca alcune vie enzimatiche che favoriscono la proliferazione cellulare, riuscendo così a porre un freno alla riproduzione incontrollata delle cellule, alla base delle varie forme tumorali. Lo studio ha inoltre evidenziato che l’aspirina avrebbe anche la capacità di ridurre del 30% i casi di carcinoma al colon retto. I dati italiani trovano riscontro in numerose ricerche simili condotte nel resto d’Europa.